La stima di Confcommercio Udine.
La carenza di personale nel settore terziario sta mettendo in difficoltà l’economia della provincia di Udine. Secondo Confcommercio, servirebbero almeno 2.400 lavoratori tra camerieri, cuochi, barman e addetti alle pulizie, mentre a livello nazionale il fabbisogno supera le 250mila unità.
Per rispondere in parte a questa emergenza Per rispondere a questa emergenza, la Regione, in collaborazione con Confcommercio Udine, ha organizzato un Recruiting Day in programma il 25 febbraio a Lignano Sabbiadoro al centro congressi Kursaal, con 280 posti offerti da 35 aziende del settore (alberghi, strutture di accoglienza, bar e ristoranti). “Un’iniziativa con numeri importanti per venire incontro alle esigenze delle imprese – sottolinea il vicepresidente nazionale e presidente provinciale di Confcommercio Udine Giovanni Da Pozzo –. A livello generale, tuttavia, con il crescente disallineamento tra domanda e offerta, la carenza di lavoratori è un’emergenza che rischia di frenare la crescita economica del commercio, della ristorazione e dell’alloggio, ma anche del prodotto lordo dell’intero sistema economico del territorio”.
Il disallineamento tra domanda e offerta.
A livello nazionale Confcommercio ha stimato in 258mila i commessi per negozi di abbigliamento, i camerieri, i barman, i cuochi, i camerieri, i pizzaioli, i gelatai, gli addetti alla pulizia – queste le figure più ricercate – che servirebbero al sistema e invece risultano introvabili. Il dato a livello provinciale si può stimare attorno alle 2.400 unità, basandosi sui più recenti dati Istat relativi agli occupati del settore commercio, alloggio e ristorazione.
“La crescita del turismo, comparto oggi trainante dell’economia – osserva Da Pozzo –, deve fare i conti con le evidenti difficoltà sul fronte della selezione di personale, effetto del trend demografico e della bassa disoccupazione. Ma contano anche i cambiamenti nelle preferenze occupazionali, una minore disponibilità alla mobilità e al sacrificio”. Una proposta? “La Regione sta facendo da anni sforzi importanti sul piano formativo. Alcuni percorsi avviati nel manifatturiero hanno dato buoni risultati e possono essere presi a modello. Non c’è dubbio che anche nel terziario vadano sostenute le aziende che investono in nuova formazione. Va inoltre rafforzata la sinergia tra sistema educativo e tessuto produttivo, in modo da orientare i giovani verso professioni in linea con le esigenze del mercato, incentivare la motivazione e offrire opportunità di stage, tirocini e apprendistato”.