Trapianto di cuore artificiale del tutto biocompatibile.
Il primo intervento in Italia di un cuore artificiale biocompatibile di nuova generazione è stato eseguito all’ospedale San Camillo di Roma dalla dottoressa friulana Marina Comisso. Latisanese di origine, classe 1985, dopo la laurea in medicina a Padova e dopo la specializzazione in cardiochirurgia ottenuta a pieni voti, nell’agosto del 2018 Marina inizia a lavorare all’ospedale San Camillo come medico strutturato.
“Ho scelto di intraprendere questa professione perché il mio obiettivo è quello di cambiare la vita delle persone che soffrono per il vasto numero di patologie cardiache che possono insorgere nell’essere umano – spiega la dottoressa Comisso -; amo in maniera viscerale il mio lavoro: è la mia missione quella di dare una seconda vita a chi altrimenti non avrebbe avuto una seconda chance”.
Proprio come nel caso del singolare intervento tenutosi il 27 giugno scorso dall’equipe di cardiochirurgia formata dal prof. Francesco Musumeci, il prof. Federico Ranocchi e la nostra dottoressa Comisso, che ha restituito la vita a un paziente che altrimenti sarebbe morto, in attesa di un trapianto.
Si è trattato del primo impianto in Italia dell’ultima evoluzione del Cuore Artificiale Totale. Il paziente, un uomo di 46 anni, ha superato con successo la fase post operatoria e la prima tranche di controlli e ha passato in serenità il periodo di festività con la famiglia. L’uomo risultava affetto da cardiomiopatia dilatativa idiopatica, con grave disfunzione sia del ventricolo sinistro che del ventricolo destro e con un quadro clinico di scompenso cardiaco avanzato.
Improvvisamente le sue condizioni cliniche sono precipitate ed è stato ricoverato presso il Centro per lo scompenso Cardiaco Avanzato dell’ospedale San Camillo. Nonostante le cure intensive, non c’erano margini per un miglioramento, ed è stata posta indicazione al trapianto di cuore. Ma ecco sorgere un grande problema: la grande corporatura dell’uomo (circa 120 kg e 190 cm di altezza) rendevano altamente improbabile che un cuore si rendesse disponibile in tempi brevi, così si è posta indicazione all’impianto di un Cuore Artificiale totale, quale unica soluzione terapeutica per salvare la vita del paziente, un intervento durato ben otto ore.
“Entrare in sala operatoria crea sempre quello stato di adrenalina che cessa di persistere unicamente nel momento in cui tutto è andato per il meglio – precisa la dottoressa Comisso -; durante l’intervento, spesso ascoltiamo musica e cerchiamo di rendere il contesto quanto più rilassante possibile, anche se, ovviamente, la concentrazione e la tensione permangono in maniera costante”.
Tantissimi i riconoscimenti anche a livello internazionale della dottoressa Comisso, che confida “Indubbiamente svolgo una professione che richiede grande sacrificio, però non passa giorno in cui io non abbia il sorriso e una grande felicità nel recarmi a migliorare e salvare delle preziose vite umane”.