Carlo De Marchi era capogruppo degli Alpini di Latisana.
Un destino beffardo, infimo e crudele quello che si è abbattuto nella giornata di oggi, giovedì 11 aprile, sulla famiglia di Carlo De Marchi, capogruppo degli alpini di Latisana, che proprio oggi avrebbe compiuto 63 anni.
Pilastro della comunità, sempre pronto a spendersi per il bene del prossimo, sempre presente in qualsiasi attività potesse coinvolgere il sociale. Un punto di riferimento, una figura integra e tanto, tanto amore verso una famiglia così unita e stimata. “Siamo ancora tutti sotto shock per la tragedia assurda che è successa – confida il lacrime la figlia Martina, 32 anni -; questa mattina mentre uscivo per andare al lavoro, mio papà era in bagno e io gli ho fatto gli auguri in maniera sbrigativa, convinta che lo avrei visto più tardi”.
Già, perché da quattro anni la famiglia De Marchi composta, oltre da Carlo, anche dalla moglie Flavia e dai figli Martina e Enrico gestiva l’agriturismo di famiglia, il “Casale ai prati”. Una scelta, quella di collaborare tutti assieme, che lasciava trasparire quanto regnassero sovrani valori ben radicati nella loro anima in maniera viscerale. “Mio nipote Davide, figlio di mio fratello, ha solo due anni, ma aveva un’adorazione incredibile nei confronti del nonno, era affascinato dai lavori agricoli che svolgeva in sella al suo trattore” prosegue Martina.
“Uno strano presagio quello che questa mattina mia mamma ha avuto, non ricevendo alcuna risposta alle telefonate che faceva al papà, anche perché alle sette avrebbe dovuto recarsi dal fisioterapista – spiega la figlia -; era troppo strano che non rispondesse per un lasso di tempo così prolungato, così ha deciso di andare a casa per capire cosa fosse successo, ma mai avrebbe immaginato di arrivare a casa e trovarlo a terra, esanime“. Una doccia gelata, che nulla e nessuno avrebbe mai potuto immaginare nemmeno lontanamente. Nessun problema grave di salute, una leggera claudicanza, che sarebbe stata temporanea, oltretutto.
L’incredulità aleggia e rimbomba, il silenzio di una tragedia è in grado di fare un gran rumore. “È stato un fulmine a ciel sereno, una tragedia inspiegabile, questa mattina mi sono recato dalla famiglia di Carlo a portare le condoglianze ed esprimere tutta la nostra vicinanza in quanto gruppo solido e sempre unito” afferma Claudio Frattolin, già capogruppo e vicepresidente del gruppo alpini di Latisana. “Andremo avanti sempre portando Carlo nei nostri cuori, omaggiandolo in tutte le occasioni alle quali presenzieremo, cercheremo di restare uniti più che mai, anche se non sarà così facile, a causa del dolore che ci ha pervaso” conclude Frattolin.
Tanti gli amici di Carlo, che hanno affidato anche ai social il cordoglio, qualcuno ha sentito l’esigenza di esprimere il dolore anche di persona. “Io e Carlo avevamo un legame fraterno, ne abbiamo passate tante di vicende assieme, sia a livello collaborativo, sia a livello amicale; tante infatti le gite assieme alle nostre famiglie, lui era in grado di coinvolgere chiunque sempre per delle buone cause, la sua lungimiranza era imparagonabile, lui era coinvolgente, diretto e sincero” confida l’amico di una vita Christian Minutello.
“Mi riecheggia in testa il suo ‘Dio Martire ‘, un modo scherzoso per prendere i piccoli imprevisti sempre con il sorriso, scherzandoci un po’ su, senza prendere le cose troppo sul serio” precisa Minutello. Aveva ancora una miriade di progetti da realizzare Carlo, dal Grest per i bambini, a tutte le attività legate alla Parrocchia di Latisana, alla quale era particolarmente legato. Una vita piena di progetti e tanto amore ancora da elargire al prossimo, un cammino interrotto a causa di un malore fatale che segnerà in maniera indelebile il percorso venturo di una famiglia che si ritrova ora privata del pilastro. La comunità potrà dare l’ultimo saluto a Carlo sabato 13 aprile alle ore 16 presso il Duomo di Latisana.