Il dolore a Latisana per la scomparsa di Michele Grossi
La forza di un guerriero d’altri tempi, il temperamento caparbio e tenace di chi questa vita l’ha presa a morsi sempre, fino alla fine. Classe 1968, Michele Grossi nasce ad Ancona da mamma Luciana e papà Manilo ma, all’età di solo un anno, approda in Friuli, dapprima a Udine, per poi trovarsi due anni dopo a Latisana dove, negli anni a venire, si è fatto conoscere per la verve combattiva e rivoluzionaria, ma anche e soprattutto per la sua generosità, la sua grande umanità, celata spesso da un carattere a tratti burbero e autoritario. Questo era Michele.
Da più di trent’anni il suo studio al civico 12 di Piazza caduti della Julia a Latisana, dove esercitava la professione di geometra e costruttore, è stato punto di riferimento per moltissimi clienti e collaboratori. Dal 2010 viveva nella sua casa, il suo ‘regno’ a Chiarmacis di Rivignano, in un casale che aveva sapientemente ristrutturato e che rifletteva alla perfezione la sua essenza. Parte attiva e sempre presente, tant’è che per diversi anni, durante la giunta che ebbe come sindaco Danilo Moretti, gli fu affidato il ruolo di assessore a tributi e finanze, ed, in seguito, consigliere comunale per la stessa amministrazione, per contribuire a migliorare il futuro del paese che per lui era diventato quello effettivo di provenienza, nonostante le origini marchigiane.
Tra gli amici di infanzia, Salvatore Piero Maria Benigno, già sindaco di Latisana e presidente della CAFC di Udine, che lo ricorda così “Perdo un amico fraterno, tra di noi c’era davvero un forte legame. Una persona combattiva, che non si attendeva mai, il mio pensiero va al dolore tremendo dei genitori, che non dovrebbero mai affrontare la perdita di un figlio, e a tutta la sua famiglia”. Una famiglia che si è dimostrata in grado di unirsi e di riunirsi in maniera viscerale, senza remora alcuna, proprio per affrontare il percorso ad ostacoli che Michele ha dovuto affrontare.
Dalla moglie Federica, con la quale non stava più assieme dal 2010, ma con la quale c’era ancora un’ottimo rapporto, tant’è che è rimasta accanto a lui fino all’ultimo istante. “Questa notte, quando Michele è volato in cielo, io ero lì, assieme ai figli e alla sorella Maria Pia, assieme al compagno” racconta con voce addolorata, ma con la consapevolezza di chi sa che certi legami dureranno per sempre. I tre figli, Emanuele di 34 anni, Filippo e Margherita, rispettivamente di 16 e 23 anni.
Proprio Margherita, la copia caratteriale del papà, con il quale si intersecava un rapporto di amore e di scontro, quel ‘dirsi le cose sempre in faccia’, proprio perché il rapporto che aveva con lei era davvero viscerale, unico, speciale, racconta: “Mio padre era un rivoluzionario, una persona geniale e sensibile. Lungimirante anche nei momenti più ostili della vita. Forte, caparbio, con un certo pudore nel dimostrare i sentimenti, ma in grado di dare grandi dimostrazioni di umanità, umiltà, ma soprattutto di grandissima generosità”.
Margherita, mamma della piccola Maria Vittoria di due anni e mezzo, tra pochi mesi spegnerà 24 candeline, ma il carisma, l’empatia e la determinazione riconducono di certo ad un’età molto più adulta di quella che in effetti è riportata all’ anagrafe. “Ho assistito alla malattia di mio padre fin dal primo istante. Ero sempre con lui, nonostante fosse cocciuto ed avesse una sorta di pudore della condizione nella quale si trovava, sono riuscita ad impormi e, da qualche mese a questa parte, ero riuscita a convincerlo ad accompagnarlo durante i day hospital al reparto di ematologia di Udine. Entrava alle 7 del mattino ed usciva alle 19 “.
Si, perché a Michele, a fine agosto di appena un anno fa, viene diagnosticata una malattia dalla quale non ha avuto scampo. I primi sintomi comparvero qualche tempo prima, non era facile capire cosa stesse accadendo, quale fosse la causa dei continui dolori. “Dopo mesi di calvario in cui non si riusciva a dare un nome alla condizione di disagio nella quale versava mio padre, grazie ad un grande amico di famiglia, nonché specialista, Vincenzo Cara, che ebbe letteralmente un’illuminazione in merito ad alcuni esami più specifici, venne immediatamente ricoverato al reparto di ematologia di Udine. Dopo solo un giorno, avevamo in mano la diagnosi – continua la figlia – che si rivelò essere un ‘mieloma multiplo non secernente‘, una malattia che colpisce il midollo osseo”.
Le cure in day hospital all’ ospedale di Udine sono iniziate in maniera repentina, ma, nonostante siano state parecchie le lotte, a dicembre dell’anno scorso, Michele aveva smesso di camminare. A metà gennaio di quest’anno, è stato ricoverato, fino al 6 maggio, per poi tornare a casa per tre settimane. “La situazione è degenerata giovedì scorso. Già da maggio io, il mio compagno Alessandro e la mia bimba, ci eravamo trasferiti a Chiarmacis per potergli dare tutta l’assistenza della quale necessita. Parlava oramai a fatica, nonostante si facesse capire molto bene, ma soprattutto avesse ancora una grande forza d’animo. Lui stesso ci chiese di fare venire un’ambulanza a casa, per portarlo all’ospedale di Latisana. Assieme a noi, c’era Elmo, uno dei suoi più grandi amici d’infanzia. Ha salutato le persone a lui più care, sapeva che di lì a poco se ne sarebbe andato”.
Michele è infatti spirato questa mattina, sabato 25 giugno, nel reparto di medicina dell’ospedale di Latisana. “Sono state e sono tutt’ora innumerevoli le telefonate delle persone che ci stanno dimostrando tutta la stima che avevano nei suoi confronti. Dagli esponenti delle cariche politiche, ai condomini lignanesi residenti nello stesso stabile in cui Michele aveva un’abitazione, a tutte le persone che hanno avuto il piacere e l’onore di conoscerlo”, termina Margherita.
Un ringraziamento speciale da parte della figlia va a tutti i medici del reparto degenze di ematologia dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, ai medici Fili’, Stocchi, Simeon. I funerali di Michele avranno luogo lunedì 27 giugno alle ore 16 presso il Duomo di Latisana, giungendo dall’ospedale di Latisana.