Lavoratori in nero in Friuli.
Sono ben 69 i lavoratori in nero o irregolari scoperti in Friuli dai Finanzieri del Comando Provinciale di Udine in servizio presso la Compagnia di Latisana che hanno effettuato 38 controlli a contrasto del lavoro sommerso e irregolare.
Dai controlli, è conseguita la contestazione di sanzioni amministrative per circa 700 mila euro nei confronti dei rispettivi datori di lavoro. In 11 casi è stata disposta la sospensione dell’attività per le imprese coinvolte, in relazione all’elevato numero di lavoratori in nero e irregolari impiegati. L’azione ispettiva delle Fiamme Gialle è poi proseguita sul piano fiscale, poiché l’utilizzo di manodopera non regolare ha consentito di occultare ricavi per un importo superiore a 2 milioni di euro.
I militari hanno orientato i loro controlli principalmente nel settore dei braccianti agricoli, impiegati nelle colture tipiche del Basso Friuli, attraverso una costante vigilanza delle aree coltivate presenti nel territorio di Latisana e dei comuni limitrofi. Tra i lavoratori irregolari o in nero impiegati nei campi, 36 sono risultati stranieri, principalmente provenienti da Pakistan, India, Albania e Romania, tutti retribuiti in contanti e, dunque, con modalità non tracciabili. Una parte dei controlli è stata indirizzata anche ai settori dell’edilizia, della ristorazione e alberghiero, dove sono state parimenti individuate imprese con lavoratori non regolarmente assunti.
Le violazioni accertate dai Finanzieri comprendono spesso la mancata comunicazione, da parte del datore di lavoro, dell’instaurazione del rapporto d’impiego con una sanzione amministrativa che, nel minimo, è pari a 1.800 euro per ciascun lavoratore in nero. Nei casi più gravi, si procede anche alla sospensione dell’attività imprenditoriale, con provvedimento da adottare da parte dell’Ispettorato territoriale del lavoro competente, quando il numero dei lavoratori non regolarmente assunti supera il 10 per cento dei presenti. In tali circostanze è irrogata al datore di lavoro una sanzione pecuniaria aggiuntiva che nel minimo è pari a 2.500 euro.
Alle irregolarità in materia di lavoro si affiancano quasi sempre ulteriori violazioni di carattere fiscale. Infatti, la mancata formalizzazione dei contratti di lavoro è indicativa di una gestione imprenditoriale non trasparente, dove al pagamento in nero dei dipendenti corrisponde quasi sempre il conseguimento di ricavi non dichiarati. Per questo, dopo i controlli ai lavoratori, la Compagnia di Latisana ha anche eseguito 16 verifiche fiscali alle imprese responsabili di aver utilizzato manodopera irregolare, constatando maggiori elementi positivi di reddito non dichiarati per 2 milioni di euro, un’IVA dovuta per 319 mila euro e ritenute non versate per 70 mila euro.
L’opera svolta dalle Fiamme Gialle di Latisana conferma il quotidiano impegno della Guardia di Finanza nel contrasto all’economia irregolare e sommersa. In particolare, il lavoro in nero è una piaga per l’intero sistema economico locale, perché sottrae risorse finanziarie all’Erario, mina gli interessi dei lavoratori, talvolta sfruttati, e consente una competizione sleale con le altre imprese in regola del territorio