La birra dell’Università di Udine.
A Udine la birra, si sa, ha una lunga tradizione, quindi non è sorprendente che la nostra Università sia stata non solo la prima in Italia ad aver attivato un corso di Tecnologia della birra già nei primi anni ‘80, ma anche che sin dal 2018 abbia prodotto una propria birra artigianale.
L’idea di produrre una birra a firma dell’Università era nata dopo che il corso di laurea si era dotato di un piccolo impianto di produzione. L’obiettivo era dare una formazione pratica agli studenti, ma anche creare una bevanda che potesse essere appetibile al mercato.
L’impianto si era rivelato, però troppo piccolo, in quanto in grado di produrre solo fino a 300 litri al giorno, di conseguenza l’Università si era accordata con il noto birrificio artigianale Le Baladin di Piozzo nei pressi di Cuneo e da allora gli studenti hanno prodotto una birra diversa all’anno, una Amber Ale di ispirazione anglosassone nel 2018 e una Blanche di ispirazione belga l’anno successivo. Sfortunatamente, l’anno scorso il progetto si è dovuto interrompere a causa della pandemia ma “speriamo di ripartire quanto prima”, riferisce il professor Stefano Buiatti.
Nel frattempo, quattro anni fa l’impianto di produzione della birra è stato sostituito con uno più moderno e l’Università possiede anche una micromalteria, quindi è in grado di produrre la bevanda dalla pianta fino al boccale. Ma quali sono i segreti di una buona birra? Risponde il professor Buiatti: “Sono tre, la qualità della materia prima, la conoscenza del birraio e infine, le attrezzature e la manutenzione. Infatti, le regole del mastro birraio sono tre: lavare, purificare, e non dimenticarsi le prime due”.