La Rosa di Gorizia scelta per i ristoranti di Parigi e Londra.
Per la Rosa di Gorizia è stato un anno eccezionale, che ha visto il celebre radicchio varcare i confini nazionali per qualificare i piatti dei migliori ristoranti a Parigi, Londra e in diverse altre città estere.
“La Rosa di Gorizia è ormai diventata una vera e propria griffe dell’alta moda culinaria e la sua presenza nei menù viene considerata una valore aggiunto da esibire in Italia ma anche all’estero – spiegano con orgoglio, Carlo e Valentina Brumat e Alfredo Iosini, rappresentanti dell’associazione Produttori radicchio rosso di Gorizia, Rosa di Gorizia e Canarino, che, nei giorni scorsi si sono incontrati con l’assessore ai grandi eventi del Comune di Gorizia, Arianna Bellan, per approfondire alcune iniziative che vedranno protagonista la Rosa di Gorizia nell’ambito della Capitale europea della Cultura. “Si tratta di una delle grandi eccellenze della nostra città – ha sottolineato la Bellan -, che ha avuto un posto d’onore all’Expo del 2015, dov’è stata presentata dal Comune insieme ai produttori e ai ristoratori, all’interno di un menù che ha sollevato grandi apprezzamenti e, proprio per tutelarla ulteriormente, è stata creata la Deco. Quindi non potrà che diventare uno dei prodotti agricoli e culinari più ricercati dai turisti nell’appuntamento con “Go!2025″, tenendo ovviamente presente la sua stagionalità”.
I produttori hanno “raccontato” all’assessore che la Rosa di Gorizia ha davvero conquistato gli chef più raffinati e famosi che non esitano a inserirla nelle loro ricette, presentandole anche nelle trasmissioni di cucina più note. Una fama che, però, non ha spostato di un millimetro le modalità di produzione del radicchio, rimaste le stesse di un secolo fa: ” la selezione dei singoli “boccioli” infatti – si ricorda – viene fatta ancora a mano da ogni famiglia che inverno dopo inverno disegna geneticamente le foglie, la dimensione e la struttura della sua “rosa”, risaltando ulteriormente l’unicità di ogni singolo produttore. È come se ogni cespo venisse firmato.
La gestazione della Rosa può arrivare a durare anche otto mesi. La semina avviene da marzo a giugno nel caratteristico terreno di tipo alluvionale presente a Gorizia ricco di scheletro, calcareo e ferretizzato, condizionato da un certo tipo di umidità e da altri elementi che si trovano solo in quest’area e che fanno della Rosa di Gorizia un unicum irripetibile in altri terreni.
“Molti hanno tentato di imitare il nostro radicchio, ma ciò che ci lascia esterrefatti è la grande scorrettezza e sfacciataggine di chi cerca di spacciare altri radicchi per Rosa di Gorizia e ci è addirittura accaduto di assistere recentemente, a un servizio televisivo in cui si parla di un altro prodotto che avrebbe sostituito la Rosa di Gorizia. Un’affermazione falsa che smentiamo categoricamente. Oltre che essere iscritto nell’ elenco regionale dei prodotti tipici, il nostro prodotto è tutelato da un marchio collettivo rilasciato all’Associazione dei produttori che ha, nel suo atto fondativo, un preciso disciplinare di produzione, inoltre l’Associazione è responsabile del “Presidio slow food”. La Rosa di Gorizia si coltiva solo ed esclusivamente su particolarissimi terreni che si trovano nella nostra città e ciò che viene coltivato altrove è altra cosa. Insomma – attaccano ancora i produttori – è la solita storia del Parmigiano reggiano e del Parmisan e invitiamo quindi la gente a diffidare delle imitazioni che si trovano in giro perché la Rosa di Gorizia è una sola, con un area geografica di produzione ben precisa. Il resto è Parmisan”.
I produttori si dicono stanchi di dover difendere il nome della Rosa di Gorizia “da chi immagina una produzione industriale di tutt’altro prodotto, sfruttando l’immagine del nostro radicchio, di oltre un secolo di segreti tramandati, di semi che portano nel loro Dna la storia delle famiglie, che li hanno conservati come gioielli preziosi, di tanta fatica e di tanta passione. Non è così che si diventa protagonisti della storia di un territorio e si guadagna uno spazio nel palato ma anche nel cuore della gente. Ed è per difendere tutto questo che non tollereremo più comportamenti lesivi dell’immagine della Rosa di Gorizia ma anche di un mercato che non può accettare una competizione basata sulla falsità”.
La linea dei produttori è stata pienamente condivisa dall’assessore Bellan che ha espresso il pieno appoggio del Comune di Gorizia e la volontà di ripartire, dopo questo periodo di Covid-19, con una nuova programmazione di iniziative volte a valorizzare e promuovere la Rosa di Gorizia “la cui fama va ben oltre i confini internazionali. In questi anni, grazie al fondamentale sostegno della Camera di commercio, è stato anche realizzato un impianto di irrigazione sui terreni interessati per favorire la coltivazione del radicchio – ha ricordato -, ma oggi ci troviamo di fronte a nuove opportunità che aspettano solo di essere colte e la Rosa di Gorizia ha tutte le caratteristiche per diventare la regina dei prodotti goriziani protagonisti di “Go!2025”, insieme ai produttori, agli straordinari ristoratori e a tutte la città”.