Quale soluzione scegliere per gustarsi al meglio il caffè.
La moka e la macchinetta per il caffè espresso sono oramai una dotazione molto comune nelle case di milioni di italiani; il piacere di gustare, in qualunque momento della giornata, anche un solo sorso della popolare bevanda sembra resistere ai ritmi frenetici della vita moderna ma la tradizionale modalità di infusione del caffè sta gradualmente cedendo il passo a soluzioni più tecnologiche. Da un lato la moka, con il suo bagaglio di piccoli gesti, dall’altra le macchinette per il caffè espresso, più asettica ma anche più comode da molti di punti di vista. Viene quindi naturale chiedersi quale delle due sia la soluzione migliore: in questo articolo analizziamo pro e contro di entrambe.
Moka: pregi e difetti
Preparare il caffè con una moka tradizionale è piuttosto semplice. Basta mettere la giusta quantità di acqua nel bollitore e tanta miscela quanto basta a riempire l’infusore. Naturalmente, le quantità variano a seconda dell’intensità che si desidera ottenere; per un caffè più stretto si può aggiungere meno acqua o più miscela mentre per una bevanda più lunga e leggera vale il contrario (più acqua o meno miscela). La scelta dipende per lo più dai gusti personali. Questo aspetto rappresenta sia un pregio che un difetto, per qualsiasi tipo di moka: la regolazione delle quantità (e, di conseguenza, dell’intensità del caffè), infatti, è libera ma, al contempo, non è mai preciso; pertanto, il risultato non sarà mai esattamente coincidente con quello desiderato. Un altro punto a favore della moka è la possibilità di ottenere grandi quantità di caffè in poco tempo: le caffettiere più grandi sono in grado di ottenere fino a dodici tazze (ovvero più di mezzo litro di caffè) mentre quelle più piccole in genere permettono di averne almeno due. Di contro, non tutto il caffè che fuoriesce dalla moka ha la stessa qualità: l’ultimo tende ad essere più acquoso e spesso si preferisce non consumarlo.
Cialde: pro e contro
Le macchinette per il caffè espresso utilizzano due diversi tipi di monoporzione: la capsula o la cialda, la prima ha un involucro rigido, la seconda un ‘guscio’ fatto interamente di cellulosa. A prescindere dal diametro, contengono grossomodo la stessa quantità di miscela di caffè (circa sette grammi) e hanno modalità di utilizzo molto simili. Il principale vantaggio offerto da questo tipo di soluzione è la praticità: con una cialda o una capsula si può ottenere una tazzina di caffè in pochi secondi. In aggiunta, poiché la miscela è già porzionata, si ha la certezza di avere a disposizione la quantità giusta di caffè per una sola dose. Naturalmente, si può regolare l’intensità della bevanda anche in questo caso, lasciando la macchina in funzione per qualche secondo in meno, o in più, in base al proprio gusto personale. Non va sottovalutato un altro aspetto: cialde e capsule sono molto facili da reperire in commercio, anche online, grazie a rivenditori specializzati come Outlet Caffè. I cataloghi digitali degli e-commerce di settore consentono di scegliere tra una vasta gamma di prodotti diversi cialde Nespresso compatibili a quelle di altre torrefazioni più o meno famose.
Se la praticità è senza dubbio l’aspetto migliore delle monoporzioni di caffè, sull’altro piatto della bilancia bisogna mettere necessariamente l’impatto ambientale. Le capsule rigide e le cialde in cellulosa, così come gli imballaggi singoli inquinano molto di più delle confezioni di miscela per la moka (da mezzo kg o 1 kg); anche per questo, di recente alcune aziende hanno introdotto involucri compostabili, così da rendere le monodosi destinate alle macchine per caffè espresso più sostenibili.
Per concludere, la moka rappresenta una soluzione a minor impatto ambientale, più economica da un certo punto di vista ma forse meno versatile mentre le cialde sono certamente più pratiche (relativamente versatili) ma possono comportare un impatto ambientale maggiore.