Dopo la conquista di miglior vino Bianco dell’anno l’azienda Primosic premiata a Gorizia.
“Perché dalla passione e dalla sapienza trasmesse da papà Silvan ai figli Marko e Boris nasce il miglior Chardonnay Riserva 2018, in cui si ritrovano la bellezza del Collio Goriziano e l’originalità di un territorio ricco di storia e di fascino”: questa la motivazione con cui il sindaco, Rodolfo Ziberna, ha consegnato un riconoscimento all’azienda Primosic, che ha recentemente conquistato i Tre Bicchieri da Gambero Rosso per il miglior vino Bianco dell’anno. A ritirare la pergamena dalle mani del primo cittadino è stato Silvan Primosic, affiancato per l’occasione da alcuni dei nipoti che si stanno avvicinando all’attività di famiglia.
“Un Bianco di Gorizia è nel gotha dei vini. Con grande orgoglio rendiamo merito all’azienda Primosic, dimostrazione concreta di come la passione sia necessaria per realizzare produzioni di pregio”, ha esordito il sindaco. E rivolgendosi direttamente al capostipite della famiglia, ha proseguito: “Il vino è uno strumento eccezionale per la promozione del territorio, ne incarna la storia, le peculiarità e lo spirito. La vostra azienda porta in alto nel mondo il nome della nostra città, quindi per noi è un patrimonio di grandissimo valore”. Concetti ribaditi anche dall’assessore comunale al Turismo, Luca Cagliari. Era presente alla consegna anche la direttrice del Gect, Romina Kocina.
Da parte sua Silvan Primosic ha sottolineato come lo Chardonnay premiato sia “vino di Gorizia” e ha raccontato che l’azienda continua a essere in buone mani, dato che è portata avanti dai figli Marko e Boris, a cui si aggiunge una nuova generazione composta dai cugini Greta, Nicola, Aleksjia ed Elia. A ripercorrere il forte legame della famiglia con la terra è stato Claudio Fabbro, enologo e giornalista, che ha ricordato tra le altre cose come già nel catasto teresiano del 1751 Primosic sia registrato come proprietario di alcuni terreni coltivati a vigneti ad Oslavia. Silvan Primosic ha preso le redini dell’azienda di famiglia nel 1956, iniziando a produrre vino, prima sfuso e poi imbottigliando le prime bottiglie.
“La grinta sapida di Oslavia e un uso sartoriale di legni diversi per la fermentazione e maturazione, oltre al lungo affinamento in acciaio, ci ricordano sommessamente che lo Chardonnay è uno dei più grandi vitigni al mondo, interpretato in questo caso da Marko e Boris Primosic” si legge nelle spiegazioni date dalla commissione giudicante per la guida Vini d’Italia. E ancora: “Per noi il vero fuoriclasse è lo Chardonnay Riserva ‘18: ha un tocco maturo e speziato al naso a dir poco affascinante, tra frutta secca e tostature soffuse, mentre al palato sfoggia una profondità gustativa portentosa. Ha sapore, tessuto sapido e una persistenza interminabile”. Un vino che come spiegato dalla guida di Gambero Rosso si abbina a carni bianche e piatti speziati ed è adatto a essere stappato anche tra 10-15 anni.