I fiori di Bach rientrano nella cosiddetta floriterapia, pratica sviluppata dal dottor Edward Bach, medico e omeopata inglese. Questa si basa sull’idea che esistano 38 essenze floreali dal potere curativo. Eppure, la scienza non ha mai confermato l’effetto benefico di quella che è, a tutti gli effetti, una medicina alternativa. I fiori di Bach, nonostante ciò, continuano a essere molto diffusi e i loro fruitori spesso riscontrano un’effettiva efficacia terapeutica.
Curare il malato e non la malattia: le idee di Edward Bach
Nato nel 1886, Bach consegue una laurea in medicina nel 1913, a seguito della quale passerà molto tempo tra le corsie d’ospedale. L’esperienza sul campo lo conduce a una conclusione fondamentale: la personalità dell’individuo è più importante del corpo durante il trattamento di una patologia. Tuttavia, nel corso della sua carriera viene colpito da gravi problemi di salute, che lo portano a un’operazione d’urgenza e a una prognosi di tre mesi.
Questa esperienza lo convince ancora più fermamente della sua idea. Un punto di svolta importante si ha attorno agli anni Venti, quanto legge l’Organon di Hahnemann, il padre dell’omeopatia. Entrambi sono d’accordo che allontanare i pensieri negativi possa favorire la guarigione, e che emozioni malsane come ansia o ira possano invece rendere vulnerabili alle malattie. Nonostante i principi base siano molto simili, i due studiosi divergono poi nello sviluppo delle proprie teorie. Ed ecco che, dalle convinzioni e dall’esperienza di Bach, prende vita la floriterapia.
Ambiti d’uso e proprietà
I fiori di Bach si propongono di aiutare per una serie di stati psicologici, tra cui l’ansia o la dipendenza da tabacco. Per smettere di fumare, ad esempio, vengono consigliati fiori quali Walnut, Cherry Plum, Centaury e White Chestnut, ciascuno con un effetto specifico. Va detto che tra le pratiche volte a diminuire il consumo di tabacco non si annovera solo l’utilizzo di fiori di Bach, ma anche il ricorso a sigarette elettroniche, su cui può valere la pena informarsi, o all’agopuntura, antica disciplina di origine cinese.
Sono sette i tipi di fiori di Bach; ciascuno corrispondente a una proprietà ben precisa. Ognuna riflette l’azione che l’assunzione di questi fiori avrebbe: contro la paura, il senso di solitudine, lo sconforto; ma anche per concentrarsi sul presente, far fronte alle incertezze, evitare le influenze esterne e migliorare la socialità.
La floriterapia ha, quindi, campi di applicazione molto vari, sebbene tutti riconducibili al benessere e alla serenità mentale dell’individuo. Un altro impiego meno noto dei fiori di Bach si ritrova in ambito botanico, per cui è possibile utilizzarli per prendersi cura delle proprie piante, soprattutto in caso di travaso o secchezza delle foglie.
Molte persone riscontrano benefici e lati positivi nel ricorrere alla floriterapia, ma è necessario sottolineare che questa non può avere alcun potere risolutivo su condizioni psicologiche complesse, che invece hanno bisogno di uno specialista per essere affrontate.