La decisione del Consiglio d’Europa.
Mentre continuano le polemiche sui ritardi delle forniture dei vaccini da parte delle industrie farmaceutiche Pfizer e Moderna, il Consiglio d’Europa si è espresso, nei giorni scorsi, sull’ipotesi del passaporto sanitario, di cui si era parlato in questi mesi. Il voto non lascia spazio ad altre discussioni. “Gli Stati devono informare i cittadini che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno deve farsi vaccinare se non lo vuole e bisogna garantire che nessuno sarà discriminato se non è vaccinato”, hanno messo nero su bianco i rappresentanti dell’Ue.
Il Consiglio d’Europa (CdE) ha voluto così sottolineare con forza che il vaccino non è da considerarsi obbligatorio e non si può o non si deve criticare (o discriminare, come dice il CdE) chi sceglie di non vaccinarsi. Il vaccino è “un bene pubblico globale“, hanno rimarcato i delegati, e deve essere garantito che tutti i Paesi abbiano potuto vaccinare il personale medico e i soggetti a rischio prima che possa essere esteso a tutti gli altri.
Il CdE si è espresso anche in merito all’idea dei certificati di vaccinazione come passaporto sanitario, dichiarandosi contrario anche in questo caso. I certificati di vaccinazione devono avere come unica utilità quella di monitorare efficacia ed effetti collaterali: usarli come passaporto sanitario, afferma il CdE, andrebbe contro la scienza stessa, in assenza di dati certi sulla durata dell’immunità e sull’efficacia della prevenzione del contagio.