Un adolescente su quattro presenta sintomi clinici di depressione e uno su cinque di un disturbo d’ansia. Sono questi i dati di un’analisi pubblicati su Jama Pediatrics e che preoccupano anche il Friuli Venezia Giulia.
Nella fascia d’età compresa tra i 13 e 18 anni e nell’arco degli ultimi due anni è raddoppiata l’incidenza di depressione e ansia. La pandemia ha impattato pesantemente sulla salute mentale degli adolescenti e questo disagio diffuso rischia di mettere una seria ipoteca sul benessere futuro dei ragazzi.
“Si tratta di una situazione che se non adeguatamente gestita potrebbe ripercuotersi in maniera negativa sul lungo periodo. In tal senso se lo stato di sofferenza psichica non viene trattato durante l’infanzia e l’adolescenza, si associa da adulti a una peggiore salute mentale, ansia, depressione, maggiori difficoltà relazionali e incremento del rischio di non raggiungere gli obiettivi di studio e di carriera. In vista della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre va ricordato che tra i diritti fondamentali di bambini e ragazzi c’è quello alla salvaguardia del loro benessere” afferma Giandomenico Bagantin, vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia, psicoterapeuta e docente internazionale di psicoterapia dell’età evolutiva.
Quest’ultimo tuttavia ci tiene a sottolineare una buona notizia: i ragazzi residenti in Fvg possono usufruire del “Bonus psicologo studenti Fvg“, misura realizzata grazie a una convenzione tra Regione, Ardis e Ordine degli Psicologi Fvg, che consente agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado di accedere a un costo di 25 euro a un ciclo di cinque sedute psicologiche.
La misura si è finora rilevata preziosa. Un gran numero di richieste d’adesione lo confermano e la necessità d’altra parte è conclamata: “A causa di quarantena e restrizioni varie, la vita dei nostri ragazzi è stata piuttosto complicata, soprattutto sul fronte relazionale gestito a distanza e in modalità virtuale. Elementi come l’abitudine e l’interazione in presenza sono venuti meno sia a scuola che nel tempo libero. L’identificazione e il riconoscimento con il gruppo di pari inoltre, è saltato proprio nell’età in cui si passa dal ‘contenitore’ famiglia al gruppo di coetanei. È qualcosa che si sviluppa nell’età con il senso d’identità”. Inoltre, fa notare Bagatin, sono completamente saltate le tradizionali celebrazioni per i riti di passaggio come le feste per i diciottesimi o per i diplomi di maturità.
“Un altro problema strettamente legato all’esasperazione dell’incertezza nei confronti del futuro è il non sapere per molto tempo se il giorno dopo sarebbe stato consentito l’uscire di casa o il tornare a scuola. Questa è una prospettiva che impedisce non solo i progetti a lungo termine, ma rende difficile anche definirsi”. Tali problematiche, evidenzia Bagatin, hanno fortemente impattato sugli adolescenti, mentre i bambini si sono dimostrati più resilienti. “Il risultato è che i nostri ragazzi sono molto abili nel gestire i propri account Instagram ma hanno difficoltà nell’interazione diretta. A livello di benessere psicologico ciò si tramuta non di rado in apatia, rassegnazione, minor coinvolgimento emotivo. Talvolta anche in risentimento e in rabbia, poiché diplomarsi o compiere 18 anni senza celebrazione pubblica è stato percepito come un’ingiustizia, a fronte di un’aspettativa delusa. Ci sono inoltre casi in cui la difficoltà relazionale si tramuta in un’iperattenzione all’estetica, vera e propria ossessione del proprio fisico che può causare disturbi alimentari e utilizzo di sostanze legali o illegali per migliorare la propria prestanza fisica e le proprie prestazioni”.
Il malessere è maggiore nei giovani che già prima della pandemia soffrivano di questi problemi ma se i sintomi vengono trattati per tempo e non trascinati, le ripercussioni si possono attenuare o perfino azzerare. “Iniziative come il Bonus psicologo studenti Fvg sono in questo senso preziose, perché s’intercetta un bisogno importante. Bisogna comunque considerare che in molti contesti del sistema sanitario nazionale manchi l’integrazione degli psicologi. Serve più psicologia integrata, perché è evidente che ce n’è la necessità”, conclude Bagatin.