Migrazione SEO: perché farlo e cosa è importante sapere

La migrazione di un sito web rappresenta un momento di cambiamento, a volte necessario, altre volte strategico, per garantire la crescita e l’evoluzione della vostra presenza online.

Potrebbe trattarsi di un cambio di piattaforma, un aggiornamento del design o l’adozione di nuove tecnologie: a prescindere dalla motivazione, questo processo va affrontato con molta attenzione, per evitare problemi come cali di traffico o difficoltà tecniche.

E anzi, una migrazione ben pianificata può rivelarsi un’occasione preziosa per migliorare la performance del sito; è fondamentale, quindi, aver cura di valutare tutte le possibili soluzioni per migrazione SEO per assicurarvi che il vostro sito non solo mantenga, ma rafforzi la sua visibilità online.

Quando migrare un sito è la scelta giusta

Non sempre è evidente la necessità di una migrazione. Potreste trovarvi con un sito che non risponde più alle esigenze degli utenti o che fatica a supportare i volumi di traffico. Anche un design ormai datato, una piattaforma tecnologica obsoleta o un cambio di dominio possono spingervi a valutare questa opzione.

A volte, il vero problema non è visibile a prima vista, ma si riflette in un calo delle conversioni o in un’esperienza utente poco soddisfacente. Migrare un sito diventa, in questi casi, il passo logico per restare competitivi e continuare a crescere.

Ogni decisione deve essere basata su un’analisi chiara delle necessità attuali e degli obiettivi futuri. Una migrazione non è solo un’operazione tecnica fine a sé stessa, ma una strategia che coinvolge il vostro progetto digitale in toto, dalle funzionalità alle strategie pensate per gli utenti che le utilizzeranno.

Proteggere il traffico durante la migrazione

Uno degli aspetti più delicati di cui aver cura riguarda la perdita di traffico organico, che può verificarsi se la migrazione non è gestita con attenzione. Prima di iniziare con le attività, in genere, bisogna analizzare l’architettura del sito esistente e identificare i contenuti di maggiore valore, quindi le pagine più visitate: in questo modo potrete pianificare come agire per conservare l’autorità acquisita nel tempo.

In parte questo lavoro consiste nel definire i link redirect, cioè i reindirizzamenti che garantiscono agli utenti e ai motori di ricerca di trovare le nuove pagine. Ogni URL obsoleta, in pratica, deve essere reindirizzata alla corrispondente nuova pagina.

Il tutto dovrà avvenire attraverso il continuo monitoraggio dell’andamento del sito per verificare che tutto funzioni correttamente e intervenire tempestivamente in caso di anomalie.

La fase di post-migrazione serve a garantire che il sito non solo mantenga, ma migliori le proprie performance. Al termine dello spostamento, quindi, uno dei primi passaggi sarà quello di eseguire un controllo dettagliato dei reindirizzamenti 301 impostati.

In parallelo, bisognerà monitorare anche le metriche chiave come il traffico, le conversioni, il posizionamento delle parole chiave e il comportamento degli utenti. Per farlo è possibile utilizzare tool come Google Analytics e Google Search Console, fondamentali per identificare anomalie, come pagine con alte frequenze di rimbalzo o cali di traffico in sezioni specifiche del sito.