I dati sulle imprese artigiane del Fvg.
Il numero delle imprese artigiane in Friuli Venezia Giulia continua a crescere: +167 unità nel secondo trimestre del 2023, dopo che anche il primo trimestre si era chiuso con un saldo positivo di 31 unità. La crescita è in linea con quella registrata nello stesso periodo del biennio precedente, ma decisamente più sostenuta rispetto al pre Covid.
Eccezion fatta per il 2020, l’anno dell’esplosione della pandemia quando il registro delle aziende artigiane segnò un -11 per cento, l’andamento del dopo pandemia “mostra segnali di vitalità”, considera con prudente ottimismo, il presidente di Confartigianato Fvg Graziano Tilatti. “L’andamento sembra attestare una rinnovata volontà di mettersi in proprio e di costruire da sé una propria carriera professionale – afferma il presidente -. La crescita di una cultura d’impresa è senz’altro un aspetto interessante e da sostenere. Non possiamo però nasconderci che su questi processi incombe la questione demografica, per la quale occorre che ci sia un’attenzione costante da parte delle istituzioni“.
Conferma la lettura positiva il neo vicepresidente regionale vicario, Lino Calcina: “Sono segnali incoraggianti e auspichiamo che possano contaminare i giovani, affinché assicurino un futuro di intrapresa al Friuli Venezia Giulia. Dal report – continua Calcina – emerge, inoltre, la dinamicità di Trieste, che conferma il momento positivo che sta vivendo il suo territorio”.
I dati.
Intanto, comunque, la voglia di impresa si fa strada: l’incremento nei secondi trimestri degli ultimi tre anni, con un incremento tra 167 e 179 unità all’anno, distanzia il picco del decennio precedente, quando nel secondo trimestre tra il 2010 e il 2011 si ebbe un saldo positivo di 142 realtà. L’aspetto ancor più interessante è che la media delle chiusure nel triennio 2021-2023 è decisamente inferiore (329,3) rispetto alla media del decennio 2010-2019, cioè 412,9.
In virtù di questo andamento, saldo costantemente positivo tra chiusure e aperture, le aziende artigiane a metà 2023 hanno raggiunto quota 27.408 – fonte Infocamere/Movimprese – e rappresentano il 31,4% di tutte le aziende regionali, ovvero quasi un terzo.
Le province.
Non tutta la regione, però, è dinamica allo stesso modo. Nel secondo trimestre del 2023 ha reagito bene la provincia di Trieste, dove la crescita è stata del +1,03% sullo stesso trimestre del 2022, confermando la vivacità che l’anno scorso le aveva fatto registra un +1,07%. Raddoppia la performace Udine, passata dal +0,33% al +0,66%. A Udine, inoltre, quest’anno è ascrivibile quasi la metà del saldo netto positivo (48%), mentre l’anno scorso l’incidenza si era fermata al 25 per cento. Perdono slancio sia la provincia di Pordenone (+0,39% vs. +0,94%) e Gorizia (+0,54% vs +0,83%),
I settori.
Sotto il profilo delle variazioni assolute, il saldo positivo più ampio tra iscrizioni e cancellazioni “primaverili” si registra nel comparto delle costruzioni (+79 unità) in cui operano 2 imprese artigiane su 5 (39%), seguito dai servizi alla persona (+45) mentre l’intero comparto manifatturiero ne conta 15. I segnali negativi continuano a venire dal settore dei trasporti (-6 unità) e delle riparazioni (-4) oltre che dai servizi immobiliari (-6).
In termini percentuali, il settore che ha segnato il maggiore dinamismo è quello primario, che comprende le utilizzazioni boschive (silvicoltura) e i servizi all’agricoltura, con un +1,93% che rappresenta esattamente il triplo del tasso di sviluppo trimestrale complessivo (+0,61%).