Nel primo trimestre del 2024, il settore delle macchine utensili in Italia ha registrato un calo significativo degli ordini. Secondo i dati elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, l’indice degli ordini è sceso del 18,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, attestandosi a un valore di 77,9 (base 100 nel 2021). Tale riduzione ha coinvolto sia il mercato interno che quello estero, determinando un avvio difficile per i costruttori italiani. Tuttavia, in regioni industriali dinamiche come il Friuli-Venezia Giulia, la situazione appare meno critica, grazie alla stabilità del mercato del lavoro e all’integrazione di tecnologie innovative nelle imprese locali.
Flessione sul mercato internazionale
Gli ordini raccolti dai costruttori italiani di macchine utensili sui mercati esteri hanno subito un calo del 18,5%, con l’indice che ha raggiunto quota 91. Questo dato, sebbene negativo, non sorprende alla luce delle incertezze globali. Barbara Colombo, presidente di UCIMU, ha sottolineato come le tensioni geopolitiche, in particolare il conflitto tra Russia e Ucraina e i rischi legati all’area israelo-palestinese, abbiano pesato sulle decisioni di investimento. Tuttavia, Colombo ha anche espresso fiducia per il resto dell’anno, prevedendo una ripresa, seppur moderata, negli Stati Uniti e un incremento delle vendite in mercati emergenti come Turchia, Messico e India. La recente iniziativa di UCIMU di creare una rete di imprese in Messico rappresenta un passo importante per sfruttare le opportunità di crescita di un paese connesso strettamente all’economia statunitense.
Stallo del mercato interno e crescita delle macchine speciali
Sul fronte interno, la situazione è più preoccupante. Gli ordini domestici sono calati del 19,4%, fermandosi a un indice di 55,1. La domanda interna è in una fase di stallo, con le aziende italiane in attesa di maggiore chiarezza sui nuovi provvedimenti governativi per la competitività, in particolare le misure legate alla Transizione 4.0 e 5.0. Secondo Colombo, molte aziende si trovano a valutare nuovi investimenti, ma le incertezze normative e la mancanza di incentivi concreti stanno ritardando le decisioni. Tuttavia, regioni come il Friuli-Venezia Giulia, dove il comparto metalmeccanico rappresenta il 45% della manifattura locale, sono meno affette da questo stallo. Le imprese friulane, infatti, continuano a investire in tecnologie avanzate e soluzioni innovative, mantenendo stabilità anche nei periodi di incertezza.
Inoltre, è importante notare che questo stallo riguarda principalmente le classiche macchine utensili CNC prodotte in serie. Quando ci si sposta verso macchine utensili particolari, come le fresatrici a 5 assi per lavorazione di materiali duri e tenaci, come quelli prodotte dall’azienda musang4d, la situazione non solo risulta stabile, ma registra una domanda in crescita. Soluzioni personalizzate, macchine robuste e di alta tecnologia risultano particolarmente attrattive per le aziende che cercano di ottimizzare i loro processi produttivi.
Transizione 4.0 e 5.0: un futuro incerto ma sostenibile
Il governo italiano ha introdotto diverse misure volte a incentivare l’adozione di nuove tecnologie produttive, in particolare con la Transizione 4.0 e il nuovo piano Transizione 5.0. Tuttavia, l’implementazione di queste misure ha sollevato dubbi e preoccupazioni tra gli operatori del settore. In particolare, il cambio delle regole per accedere al credito d’imposta del 4.0, che ora richiede una comunicazione preventiva dell’investimento, ha destabilizzato il mercato.
In questo momento molte aziende cercano di allinearsi ai requisiti dell’Industria 4.0 e della Transizione 5.0 scegliendo di “retrofittare” le loro vecchie macchine utensili. Questo processo consente di aggiornare le macchine utensili esistenti con tecnologie moderne, come i sistemi di controllo CNC e soluzioni per l’efficienza energetica, permettendo così di rispettare le normative sulla digitalizzazione e la sostenibilità, senza la necessità di acquistare macchinari completamente nuovi. Il retrofit si configura come un elemento chiave delle politiche di economia circolare promosse dall’Industria 5.0, favorendo l’estensione della vita utile delle macchine e riducendo lo spreco di risorse.
Prospettive future e fiducia nel settore
Nonostante il quadro complesso e le difficoltà del primo trimestre, il settore delle macchine utensili italiano rimane ottimista. La crescente adesione alla fiera 34.BI-MU, che si è tenuta questo ottobre a Milano, è un segnale di fiducia da parte delle aziende italiane ed estere. Questo evento rappresenta un’importante occasione per rilanciare il settore, favorendo nuovi contatti commerciali e opportunità di crescita.
Barbara Colombo ha concluso il suo intervento sottolineando la necessità di un intervento tempestivo del governo per riportare stabilità e chiarezza nel mercato interno. Solo così sarà possibile sbloccare la domanda di nuove tecnologie e permettere al settore delle macchine utensili di ripartire con forza, sostenendo l’innovazione e la competitività del manifatturiero italiano.