L’arredamento di interni è un mercato in grande salute e spesso chi si trova a dover arredare la propria casa lo fa rivolgendosi agli esperti del settore. Si fa riferimento non solo agli interior designer, ma anche a figure tradizionali come il falegname e l’artigiano, che stanno vivendo una vera e propria seconda giovinezza, anche per merito del ritrovato fascino di un materiale sostenibile come il legno. Chi vuole sfruttare questo mercato, dunque, può mettersi in proprio e avviare un’attività fruttuosa come la falegnameria.
La crescita del settore arredo e i primi passi per lavorarci
In linea generale, il mercato dell’arredamento ha messo a registro una crescita pari allo 0,8%, ma alcuni comparti in particolare si sono fatti notare grazie a dati più ampi. Ci si riferisce ad esempio alla produzione di mobili per ufficio, in aumento dell’8,7%, insieme alle aziende specializzate nella produzione di cucine, con un incremento superiore al 7%. La falegnameria dunque si propone come una delle attività in assoluto più prolifiche ed è una buona idea aprire un’impresa, a patto di avere ovviamente la voglia di far pratica o un’esperienza pregressa nella lavorazione del legno.
Il primo passo è l’apertura della partita iva per falegnami, insieme alle comunicazioni di avvio attività e alla registrazione presso il registro delle imprese. Questi step devono essere obbligatoriamente percorsi con il supporto di un bravo commercialista. Serve scegliere anche il locale più adatto per ospitare la propria attività, e si parla di un investimento importante, che va a sommarsi alle spese d’acquisto di strumenti e materiali. Basti ad esempio citare il tornio per legno, il seghetto alternativo, il seghetto a gattuccio, la fresatrice e il rifilatore, la squadratrice per legno professionale, la sega a nastro e ovviamente la sega circolare, oltre al trapano avvitatore.
Aprire una falegnameria: la portata dell’investimento
Aprire un’attività da falegname significa investire molti soldi. Si parte da un minimo di 50 mila euro per le piccole attività, ma si possono superare i 200 mila euro se si desidera avviare un’azienda con prospettive ad ampio spettro nazionale e internazionale. I costi ovviamente includono anche le spese in bolletta e una soluzione potrebbe essere la scelta di un piano di energia elettrica per partita iva, come quello proposto da diverse aziende e progettato specificamente per chi ha un’attività professionale. Questi piani, oltre a offrire un’offerta su misura, assicurano anche l’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili, il tutto senza dover installare in falegnameria un sistema come il fotovoltaico. In laboratorio infatti si usano strumenti elettrici con un wattaggio elevato che comportano consumi non indifferenti.
Per un ulteriore risparmio, è bene ricordarsi che sono moltissime le agevolazioni per chi decide di aprire un’attività in proprio, dalla Legge Sabatini al Fondo Impresa Donna. Aiuti di questo tipo possono davvero fare la differenza quando si tratta di spese così elevate ed è quindi importante informarsi sui requisiti da possedere per poterne usufruire. Bisogna sottolineare poi che oltre agli attrezzi, gran parte della spesa è diretta verso la materia prima, cioè il legno. Ci si può rivolgere allora al commercio all’ingrosso di legname o fare ricorso a legno di recupero, per la creazione di mobili dall’aria vissuta e un po’ retrò.