La didattica a distanza vista dagli studenti dell’Università di Udine.
La didattica a distanza per molti studenti è diventato il nuovo modo di frequentare la scuola o l’Università. Nemmeno Udine fa eccezione in questa rivoluzione. Un passaggio che non sempre si è rivelato indolore per gli studenti. Per la difficoltà di relazionarsi con i docenti da distanza, o per la difficoltà di riprogrammare gli orari della giornata in funzione delle lezioni online e di trovare spesso gli spazi (in casa) dove poter seguire concentrati i corsi.
Nicola Sbaizero, che frequenta Scienze e tecniche del turismo culturale all’Università di Udine, racconta: “La mia esperienza con la DAD è in corso da fine febbraio. Ero inizialmente titubante sulla modalità ma sono rimasto sorpreso dall’efficacia e dalla prontezza dell’Ateneo nello svolgere la normale gestione universitaria a distanza”. Promuove la Dad: “Per me è conveniente dal punto di vista logistico (trasporti, orari) e di organizzazione dello studio. Infatti con la possibilità di registrare le lezioni mi è più facile gestire tempo e appunti. Tuttavia è sbagliato pensare che sia una modalità più leggera per gli studenti. 6/7 ore di monitor non sono una passeggiata ancor più se manca il supporto fisico e psicologico dei propri compagni di corso”.
Conclude con un augurio: “Spero che in futuro le due realtà, in presenza e a distanza, possano coesistere per venire in contro a studenti-lavoratori o per migliorare la qualità dello studio”. Sophia de Angelis, studentessa di Lettere e filosofia, interviene nella discussione. “Io vedo la DAD come una necessità del momento ma se dovessi scegliere farei le lezioni in presenza. Perché con le lezioni online si perde il confronto con gli altri che può essere istruttivo e può aiutarti a preparare gli esami, chiarire qualcosa della lezione”, afferma.
Il confronto con i docenti si può mantenere anche online? “Molti professori infatti hanno preferito non registrare le lezioni proprio per questo motivo, per avere un confronto faccia a faccia quasi a voler replicare una didattica in presenza. Ascoltare delle registrazioni in streaming è meno produttivo. Se si avessero delle domande non si potrebbero fare perché la lezione non è in diretta”, termina.
All’Università di Udine anche Filippo Don iscritto a Lettere e Filosofia. “Il rapporto fra professore e alunno è molto importante e con la didattica a distanza si perde. Le lezioni in presenza rimangono più impresse nella memoria rispetto quelle online, più fredde. Manca la sensazione di sentirsi frequentanti quando si annullano i rapporti sociali”, osserva critico.
Anche Alberto Nadin, studente del terzo anno di Informatica, non è soddisfatto della nuova modalità. “Dal mio punto di vista gli aspetti negativi superano quelli positivi. Perché non posso avere lo stesso livello di interazione e attenzione che avrei con le lezioni frontali, anche a causa di un ambiente spesso inadeguato“, dice.
“Ho notato che si va molto veloci nelle lezioni online e non ci sono spazi per digressioni e approfondimenti che in aula erano spesso presenti”, aggiunge Sascha Damonte, anche lui frequenta l’ultimo anno di Informatica. Con durezza si esprime anche Luca Mittel, di Scienza e cultura del cibo. “Con la DAD ho il triplo delle distrazioni rispetto una lezione normale. Mi è capitato di avere numerosi problemi con la linea. Sono pochi i professori che registrano le lezioni, non permettendo così di seguire o recuperarle”, spiega.
Alberto Adami conclude elencando gli aspetti positivi. “Sono il risparmio economico per gli abbonamenti treni/ autobus e pranzi fuori, e il risparmio temporale con lezioni a portata di mouse. E tra i vantaggi inserirei anche la possibilità di poter rivedere le lezioni quando e quante volte voglio”, dichiara.