Come accendere la stufa a legna in maniera corretta.
Come si fa ad accendere la stufa evitando che faccia fumo? Per accendere il fuoco nella stufa vi sono infatti degli accorgimenti da seguire, al fine di gestire correttamente il caminetto evitando le conseguenze negative di una combustione non corretta, sia sulla salute che sull’ambiente.
I passaggi
Per prima cosa si rivela opportuno inserire nella stufa dei ciocchi di legno di grandi dimensioni, che andranno a sorreggere la struttura sulla quale poggia il fuoco. È importante che si tratti di legna asciutta e non trattata o comunque lavorati del legno come bricchetti e pellet. Procedendo verso l’alto e quindi continuando ad aggiungere ciocchi, si deve optare per legnetti di dimensioni minori, fino ad arrivare a quelli più piccoli che staranno in cima.
Questo passaggio è doveroso poiché il fuoco andrà acceso dall’alto e non dal basso, in modo tale da scongiurare la creazione di colonne di fumo indesiderate. La disposizione del legno tuttavia varia a seconda dell’impostazione della camera di combustione. In caso di camera stretta i ciocchi vanno posti orizzontalmente con la testa frontale. Se la camera è stretta ma alta i ciocchi vanno inseriti verticalmente. In caso di camera larga ma poco profonda il legno va immesso in maniera orizzontale e con la testa che guarda verso i lati. Con le stufe ad accumulo invece, sarebbe meglio posizionarli in orizzontale e con la testa frontale.
Accorgimenti per un’accensione corretta
Per accendere il fuoco della stufa in maniera corretta, vi sono dei piccoli accorgimenti da seguire. In primo luogo da destinare all’accensione sono quei pezzi di legno piccoli, dunque trucioli di legno o accendifuoco ecologici acquistabili in negozio. Per accendere la stufa possono bastare anche quattro ciocchi piccoli e un accendifuoco. I pezzi di legno vanno incrociati costituendo una sorta di “cancelletto” mentre l’accendifuoco va inserito nel buco che viene a crearsi nel mezzi.
È inoltre importante utilizzare la giusta quantità di legno e prima di accendere il fuoco aprire completamente la presa d’aria della stufa. Infine bisogna alimentare le fiamme aggiungendo la legna sopra la brace, per poi chiudere la presa d’aria solo quando i tizzoni si sono spenti. Il metodo utilizzato per accendere il fuoco è importante anche in termini di emissioni in quanto si è scoperto che un fuoco acceso correttamente inquina molto di meno ed emette una quantità di monossido di carbonio circa 4 volte inferiore. Non solo ambiente: riscaldare il fuoco in maniera corretta fa bene anche alla salute.
Segnali di buona e cattiva combustione
Per capire se tutti i passaggi di sopra riportati sono stati eseguiti in maniera corretta, vi sono dei segnali inequivocabili. Una buona combustione infatti presenta fumo del camino poco visibile, nessun odore sgradevole, cenere fina, bianco-grigia, poca fuliggine, consumo di combustibile ridotto, fiamma da blu a rosso chiaro. Quando la combustione non si sta verificando correttamente invece, si notano aspetti come fumo del camino fitto e intenso, da giallo a grigio scuro, esalazione di odori sgradevoli, cenere scura e pesante, fuliggine, sbocco del camino tutto nero, maggior consumo di combustibile, fiamma tra il rosso ed il rosso scuro.
Pulizia e manutenzione
A tal proposito si consigliano delle revisioni periodiche dell’impianto. È necessario rimuovere la cenere ogni settimana o al massimo dopo tre settimane, far pulire con regolarità il focolare e il camino da uno spazzacamino e infine far controllare la stufa regolarmente da personale qualificato per accertare eventuali danni. Chi brucia rifiuti e legna umida non solo danneggia l’ambiente e molesta il vicinato, ma inquina anche l’aria di casa con un cocktail di sostanze tossiche.
La grande maggioranza delle emissioni causate da una cattiva combustione permane all’interno delle abitazioni o comunque nelle immediate vicinanze. Solitamente chi abita in una casa e il suo vicinato sono quelli più esposti ai gas tossici presenti nei fumi, e quindi gas come il monossido di carbonio e gli ossidi di azoto, sostanze acide come l’acido cloridrico e l’acido fluoridrico, metalli pesanti come il piombo, l’arsenico, il mercurio, il cromo, sostanze cancerogene e mutagene come gli idrocarburi policiclici aromatici e le diossine. Le ripercussioni sulla salute sono gravissime e spaziano dalle malattie dell’apparato respiratorio – tra cui bronchite cronica, attacchi d’asma e infezioni polmonari – all’aumento del rischio d’insorgenza di tumori.