Il primo cantiere delle terme di Grado si è chiuso.
La prima parte dei lavori è terminata, le terme di Grado sono pronte a riaprire, o, meglio, sarebbe pronte a riaprire: a fermare tutto, infatti, c’è la sentenza del Tar che ha accolto il ricorso di una azienda per l’appalto di alcune strumentazioni. La Regione, però, è intenzionata a stringere i tempi per risolvere la questione.
“I lavori del primo lotto della riqualificazione delle Terme di Grado, per i quali la Regione ha investito 5 milioni e mezzo di euro, sono terminati – ha spiegato l’assessore regionale al turismo, Sergio Emidio Bini, che ha incontrato il presidente di Git, Roberto Marin, ente a cui è affidata la
gestione dell’impianto termale -. La Regione ha già avviato la procedura per richiedere ad Asugi l’autorizzazione sanitaria per permettere la riapertura della struttura, seppur limitatamente all’area delle vasche e degli ambulatori“.
Si tratta, come detto, della prima tranche dei lavori che ha comportato il rifacimento del primo piano della struttura mentre il secondo è compreso nel lotto successivo, con il quale sarà realizzato un nuovo edificio per la parte wellness.
La sentenza del Tar che frena la riapertura delle terme di Grado.
“In relazione al pronunciamento del Tar circa l’appalto per le strumentazioni del reparto aerosol e inalazioni – ha sottolineato Bini -, la Regione si è attivata con la massima celerità. È stato dato mandato a PromoTurismoFVG di procedere alle azioni necessarie a ottemperare alla sentenza nel minor tempo possibile e permettere così la piena apertura della struttura. Già nella giornata di domani (martedì 25 luglio) ci sarà un incontro con i legali delle due ditte per definire le tempistiche e le modalità di esecuzione della sentenza. In attesa che gli impianti inalatori oggetto della sentenza del Tar vengano sostituiti, è stato attivato l’iter per ottenere le autorizzazioni sanitarie da parte di Asugi e permettere così la riapertura al pubblico dell’area delle vasche e degli ambulatori, nonché degli spazi dell’accettazione, completamente rinnovati”.
In ballo, tra l’altro, ci sono le prenotazioni già fatte dagli utenti: “Massima attenzione e solerzia saranno riservate anche per alleviare il disagio di chi aveva già prenotato quelle prestazioni che al momento non possono essere erogate” ha specificato Bini, che in merito ha ottenuto precise rassicurazioni da parte della Git, che sta già studiando forme di compensazione per coprire il disservizio.
Ribadita la volontà di ottemperare alla sentenza nel minor tempo possibile, l’esponente della giunta ha infine precisato che “la Regione si riserva di adottare tutti gli strumenti di tutela necessari a difendere i propri interessi nei confronti della ditta prima aggiudicataria dell’appalto”.