Concluse operazioni per valorizzare il sito archeologico Grado 2.
Si sono concluse le operazioni di ricerca, tutela e valorizzazione del relitto di imbarcazione romana, noto come “Grado 2”. L’intervento fa parte del progetto Interreg Italia-Croazia 2014 – 2020 “UnderwaterMuse”, che ha l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio archeologico subacqueo di alcune aree dell’Adriatico.
Ad Aquileia sono stati presentati i risultati dei lavori e le iniziative previste per il prossimo futuro, come l’apertura delle visite al pubblico mediante la realizzazione di un museo “sommerso” e uno digitale, che renderebbero Grado2 il primo relitto in Italia visitabile in completa sicurezza.
Approvato e finanziato nell’ambito del programma di cooperazione transfrontaliera tra Italia e Croazia, il progetto ha come capofila l’Ente regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia, in partnership con l’Università di Venezia Ca’ Foscari, la Regione Puglia, l’Agenzia Rera – Spalato e il Comune di Kaštela. “Una vera e propria sinergia di successo per valorizzare il patrimonio regionale”, come ha affermato Anna Del Bianco, direttrice generale Erpac Fvg.
“Grazie al progetto UnderwaterMuse – ha proseguito Del Bianco – il relitto Grado2 sarà fruibile sia tramite visite subacquee sia in modalità realtà virtuale aumentata. Il complesso intervento di sistemazione del sito e la realizzazione di innovativi strumenti di fruizione virtuale sono un esempio di come la valorizzazione in chiave culturale e turistica di un sito archeologico possa contribuire alla crescita intelligente, sostenibile e inclusiva di un territorio. Ci auguriamo che il grande lavoro di squadra che abbiamo svolto possa essere messo a sistema per avviare nuove collaborazioni e progetti futuri”.
Formazione delle guide subacquee.
L’iniziativa prevede azioni diffuse di sensibilizzazione e coinvolgimento degli attori locali, nonché di formazione di guide subacquee per visite dirette. Per coloro che invece non potranno immergersi, verrà data la possibilità di vivere un’esperienza in realtà virtuale, grazie al rilievo fotogrammetrico del carico che ha permesso la realizzazione di un modello tridimensionale del sito.
“Il sito è a 6 miglia dalla costa di Grado, a 19 metri di profondità, ed è attualmente visitabile per i subacquei che hanno le conoscenze adatte per immergersi – ha spiegato Simonetta Bonomi, soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio Fvg -. Tuttavia, l’auspicio è che il sito divenga un museo sommerso con visite guidate. Il patrimonio culturale ha uno scopo primario che è quello educativo. L’idea di organizzare un sistema di visite è inquadrata nell’ottica di trasmettere conoscenze, buone regole e buoni comportamenti nei confronti del nostro patrimonio”.
Il relitto.
Il relitto Grado2, risalente al III secolo a.C, può considerarsi uno dei più interessanti dell’Adriatico. Ad una profondità di 19 metri, coperto da pochi centimetri di fondale sabbioso, fu scoperto nel 1999 nel Golfo di Grado. Al suo interno, sono state ritrovate diverse anfore che, dai risultati delle ricerche in situ, risultano appartenere ai tipici contenitori adibiti al trasporto di vino, noti anche come “anfore greco-italiche antiche”. La loro cronologia, seconda metà del III secolo a.C., è estremamente interessante: si tratterebbe del carico di anfore più antico dell’Adriatico centrosettentrionale, antecedente la fondazione della colonia di Aquileia (181 a.C.).
“Da coordinatrice scientifica del progetto UnderwaterMuse, sono davvero soddisfatta dei risultati del progetto pilota di Grado – ha affermato Rita Auriemma, archeologa coordinatrice del progetto – sia da un punto di vista scientifico sia per gli aspetti della valorizzazione; è stato messo in luce in tutta la sua estensione uno dei giacimenti più antichi dell’Adriatico centro settentrionale. Il valore aggiunto di quest’operazione è però la fruizione di questo giacimento: le griglie metalliche hanno il duplice scopo di proteggerlo e di renderlo accessibile ai subacquei tramite visite guidate. Come prossimo step lavoreremo sulla messa a punto di buone prassi di gestione partecipata, per far sì che ‘diving center’, circoli subacquei e altre realtà regionali possano coadiuvare gli enti di tutela, come già accade nella vicina Croazia, nella valorizzazione del sito”.