Alessandro Zaniboni è scomparso in provincia di Nuoro.
“Non sappiamo come abbia fatto ad arrivare fin lassù noi con i nostri mezzi fuoristrada abbiamo fatto fatica. Non aveva nessun senso sparire o altro. Nemici non poteva averne, era appena arrivato. Sicuramente aveva un lavoro di responsabilità, non voglio dire pericoloso ma doveva controllare quello che facevano gli altri”. Sono le parole del fratello di Alessandro Zaniboni, Gianluca, e della madre Marisa. Un grido disperato, che hanno fatto il giro in questi giorni e che cercano di dare un senso alla scomparsa dell’ingegnere di Grado in una domenica d’estate, lo scorso 25 luglio, sulle montagne del Supramonte, in provincia di Nuoro.
Alessandro era arrivato per lavoro a Lotzorai appena venti giorni prima. Ispettore di saldature negli impianti petroliferi, speleologo ed escursionista appassionato. Gli uomini del Soccorso alpino e i volontari l’hanno cercato per giorni senza trovarlo. “C’è stato un grande dispiegamento di forze, chiunque lo stava cercando – ha proseguito il racconto il fratello Alessandro -. Mi hanno detto, abbiamo cercato in tutti i posti in cui potevamo cercare. Quella montagna là, il Supramonte, è piena di crepacci“. Un’escursione finita in tragedia, questa l’ipotesi più probabile. Una gita fuori porta nella montagna vicina e poi l’irreparabile.
Per aspettare l’attestazione di morte presunta bisognerà, però, attendere dieci anni. Intanto, la famiglia ha fatto richiesta al tribunale di un procuratore, che possa seguire gli adempimenti dell’ingegnere di Grado durante questo tempo.