Firmato l’accordo tra Comune di Grado e Ministero della Cultura.
Il Museo nazionale di archeologia subacquea dell’alto Adriatico di Grado dopo 29 anni è finalmente realtà. È stato firmato ieri, 29 settembre, infatti, l’atto di transazione tra il Comune dell’isola d’oro e il Ministero della Cultura che sblocca uno stallo durato quasi trent’anni per il completamento del museo. Un museo definito da molti, oltre che dalla stampa nazionale, “fantasma”, dato che era presente addirittura sul sito del Mibac, con tanto di orari di apertura, ma mai realmente aperto.
Il museo fantasma.
L’idea dell’istituzione di un museo dedicato ai tesori archeologici del Mare Adriatico sorse a seguito della scoperta, nel 1986, di una nave mercantile romana del II sec. d.C., la “Iulia felix”.
Dopo ripetuti solleciti rivolti dall’amministrazione gradese alla controparte, affinché adempiesse agli impegni assunti, il sindaco di Grado Dario Raugna aveva deciso infatti di adire le vie legali formulando al Ministero la richiesta di restituzione dell’immobile di proprietà comunale dato in concessione d’uso. La conseguente procedura giudiziale ha visto in questi mesi Comune e Ministero incontrarsi più volte dinnanzi al giudice, che ha portato ad un accordo da lui stesso definito “ampiamente condivisibile e rispondente agli interessi delle parti”.
La transazione prevede, tra le altre cose, oltre 2 milioni di euro che il Ministero per i Beni Culturali con proprio decreto ha già affidato alla stazione appaltante per il completamento dei lavori e un cronoprogramma dettagliato di tutte le fasi progettuali e realizzative, che la controparte si è impegnata ad osservare per arrivare all’apertura del Museo in due anni e mezzo.
Dopo tanti annunci forse il museo sarà realtà e quella scritta “chiuso temporaneamente” finalmente sparirà. Almeno, si spera.