Il sindaco di Gorizia si dice scosso per la mancata intitolazione.
“Provo orrore al pensiero che possa esserci qualcuno che, dopo tanti anni, metta in discussione i massacri e la deportazione di migliaia di cittadini inermi, sul confine orientale, a guerra finita per difendere la furia dei comunisti titini e della loro ideologia malata. Inaccettabile“.
Il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, si dichiara profondamente scosso dalla notizia che la commissione per la toponomastica del Comune di Reggio Emilia ha bloccato l’intitolazione di una via a Norma Cossetto, cresciuta in città, torturata e uccisa dai partigiani, perchè “mancherebbero notizie certe e verificate sulla cattura e l’uccisione della ragazza”.
“Ancora una volta – continua il sindaco di Gorizia – c’è una parte della sinistra che, oltre a dimostrare di non conoscere sentimenti fondamentali per gli esseri umani, come la pietà e il pudore, fa capire quanto continui a rimanere prigioniera del vero nemico di ogni libertà, compresa quella del pensiero: l’ideologia. Per questo, ancora oggi ci troviamo di fronte a persone che vivono in un mondo tutto loro, fatto di rivendicazioni e di odi sociali, incapaci di pensiero critico e lontani anni luce dai cittadini che, pur di sopravvivere, commettono atti scandalosi come la negazione o la giustificazione di massacri come quello di Norma Cossetto, la studentessa istriana, torturata, violentata e gettata ancora viva in una foiba dai partigiani titini. La teoria di questi comunisti ‘sopravvissuti’ è che le persone come Norma Cossetto se la sono cercata perché erano parenti, piuttosto che amici, semplici conoscenti o anche del tutto estranei, ai fascisti”.
“Quindi, i compagni titini – ironizza Ziberna – non sarebbero colpevoli ma andrebbero compresi e giustificati. E arrivano addirittura a mettere in discussione la decisione, nel 2005, dell’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, di insignire Norma Cossetto della medaglia d’oro. Terribile. Davvero. Mi ricorda il folle che recentemente, a Gorizia, ha lordato la panchina contro i femminicidi scrivendo che le donne uccise ‘se la sono cercata’. Rimane il fatto che chi ha detto no all’intitolazione della via a Norma Cossetto, purtroppo riveste un ruolo pubblico e ha il potere di scelte e decisioni che riguardano la vita dei cittadini e turba profondamente l’assenza, in queste persone di serenità di giudizio”.
Il primo cittadino prosegue ricordando come “in questi anni ci sono stati autorevoli rappresentanti della sinistra che hanno riconosciuto, dopo decenni, l’orrore delle foibe e dell’esodo, arrivando così, in una sorta di pacificazione nazionale, all’istituzione della Giornata del ricordo per tutte le vittime della furia titina. Fa rabbrividire il fatto che, adesso, tornino alla carica negazionisti e giustificazionisti mentre in Slovenia e Croazia continuano a riemergere fosse in cui civili italiani e sloveni furono gettati a guerra finita. Ciò che è accaduto a Reggio Emilia è davvero un brutto segnale perché evidenzia un’arretratezza culturale che trae ancora linfa in quell’odio sociale che speravamo fosse superato ma non ce la faranno a stravolgere ancora una volta la storia”.