Ziberna risponde alle accuse sui ritardi dei protocolli a Gorizia.
Amministrazione di Gorizia sotto accusata dai sindacati per i ritardi nella realizzazione dei protocolli anti Covid 19 in Comune. Ma il sindaco Rodolfo Ziberna restituisce al mittente le critiche: “La questione non è di competenza della giunta, ma dei veri datori di lavoro, cioè dei dirigenti del Comune, come i sindacati sanno benissimo”
Al sindaco Ziberna proprio non vanno giù le critiche mosse dai sindacati. “In un momento difficile come quello attuale – scrive in una nota – bisognerebbe privilegiare il dialogo e il confronto più che la polemica, soprattutto in un Comune, come quello di Gorizia, dove si è cercato, in ogni caso, di attivate fin dall’inizio le misure anticontagio di base, si sono chiusi al pubblico quasi tutti gli uffici, lavorando solo su appuntamento e si è avviato lo smart working. Tutti provvedimenti – rimarca – che, grazie anche a un comportamento fortemente responsabile dei dipendenti, sono senz’altro serviti a limitare i casi di contagio, al momento uno solo, rispetto a quanto è accaduto in numerosi altri Comuni”.
Ziberna prosegue ricordando come “fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria la Giunta comunale abbia assunto tutti gli atti necessari per attivare le misure anti contagio, come da disposizioni normative, sollecitando a più riprese segretario generale e dirigenti cui, come previsto dalla legge, spetta il compito di gestire questi aspetti, affinché si attivassero tutti i provvedimenti previsti e venissero realizzati i protocolli. Certo, prima di attaccare impropriamente la giunta – continua il sindaco – sarebbe stato forse auspicabile un confronto con i dirigenti per fare il punto della situazione e per un opportuno scambio di informazioni sull’evoluzione delle procedure. Spiace che lo sforzo compiuto da questa giunta per cercare di sostenere l’apparato, realizzando concorsi in sicurezza per implementare i vari settori e affrontare le criticità, ma anche per cercare di far lavorare i dipendenti nella massima sicurezza, non venga minimamente preso in considerazione ma si preferisca polemizzare, peraltro tirando in ballo gli interlocutori sbagliati. Abbiamo dimostrato non solo di voler tutelare il personale, ma anche di investire su di esso. Non possiamo, quindi, che auspicare una ripresa del dialogo, nell’interesse di tutti i dipendenti che, in questo momento, non hanno certo bisogno di scontri assurdi”.