L’idea è di conservare tradizioni come il Maj e la cuccagna.
Tradizioni antiche, come l’albero del Maj e il palo della cuccagna, vanno “salvate” e tramandate: da questo assunto parte un progetto regionale che mira alla tutela di riti locali che affondano le radici nella storia.
“Viene sancito ufficialmente l’avvio di un percorso condiviso, trasversale e aperto al contributo di tutti, per riconoscere l’importanza dei riti antichi propri della nostra terra e permetterne la salvaguardia e la conservazione” ha spiegato il consigliere regionale Diego Bernardis (Fedriga presidente) durante la conferenza stampa sulle possibili iniziative regionali in materia tenutasi a Gorizia alla presenza, fra gli altri, del sindaco, Rodolfo Ziberna, dell’assessore comunale alla Tutela delle identità linguistiche, Maurizio Negro, del direttore dell’Assemblea comunità linguistica friulana, Claudio Romanzin, e del presidente regionale della Confederazione delle organizzazioni slovene, Walter Bandelj.
“In relazione al secolare rito di traslare un albero dal bosco al centro dell’abitato, con un censimento nell’area regionale – ha spiegato Bernardis – sappiamo che almeno 56 fra Comuni,
frazioni o località conservano ancora questa tradizione. Fra questi centri, seppur con modalità e tempi diversi, troviamo anche Lucinico, Capriva del Friuli, Cormons, Tarvisio, Palmanova e San Dorligo della Valle”.
“Si tratta quindi di una tradizione localmente diffusa in tutto il Friuli Venezia Giulia, ma che purtroppo incontra notevoli difficoltà a causa della mancanza di normative specifiche. L’impegno – ha concluso – è di valutare ogni possibile intervento, ad esempio per evitare norme troppo complesse e onerose rispetto alle operazioni per issare o calare l’albero, alle autorizzazioni richieste e alla possibilità di avvalersi del supporto di esperti o di personale della Protezione civile”.