Il progettista di Corso Italia a senso unico a Gorizia.
Sceglie di “difendere” le sue idee, spiegando davvero cosa c’è a monte della sperimentazione di Corso Italia a senso unico a Gorizia. Daniele Orzan, il progettista di questa rivisitazione, spiega le sue ragioni.
Nel predisporre il piano si è tenuto conto preliminarmente dei dati dei flussi del traffico in entrambi i sensi del Corso, ed è stato possibile calcolare prima le ripercussioni sul resto della viabilità derivante dal senso unico?
“Certamente, abbiamo fatto delle valutazioni sulla fattibilità e sul flusso del traffico. Abbiamo fatto delle valutazioni ex ante e una ex post. Questa è la normale prassi per vedere se i risultati attesi corrispondono poi a quanto accade”.
In ambito progettuale lei ha potuto elaborare più ipotesi o l’incarico prevedeva esplicitamente il senso unico con la pista ciclabile in strada?
“Quando è nato questo intervento gli obiettivi principali erano due: sgomberare i controviali per dare più possibilità agli esercenti e quindi liberarli, il secondo era di lasciare inalterata l’offerta di parcheggi. Da qui siamo partiti per studiare le soluzioni”.
Ora qual è l’obiettivo prioritario? la pista ciclabile, gli spazi per gli esercizi, la riduzione della velocità delle auto, l’eliminazione del doppio senso o altro?
“In un progetto di questo tipo l’errore da non commettere è mettere in conflitto le utenze deboli, cioè pedoni e biciclette. Una volta si ragionava sempre in funzione dell’auto, ma al giorno d’oggi le cose sono cambiate. L’approccio contemporaneo è di dare spazio a pedoni e ciclisti. Oggi non è pensabile riproporre il modello dell’automobile che può andare ovunque. Le cose ovviamente vanno spiegate e fatte comprendere cosa che non è facile. Il centro è fatto per i pedoni e le biciclette, le auto in Corso devono andare se hanno un motivo. Non è pensabile oggi che le auto facciano le vasche in Corso Italia come si faceva una volta. Capisco i Goriziani che non comprendono e credono siano cose fuori dalla logica, ma senza citare città come Copenaghen o altre basta vedere esempi di località della nostra regione”.
La pista ciclabile non sarebbe stata meglio porla alla destra delle auto o avete studiato che a sinistra era la miglior soluzione?
“La pista ciclabile è giusto sia a sinistra delle auto perché si cerca di non metterla in conflitto con la sosta che solitamente è a destra. Noi abbiamo tenuto conto delle abitudini della persona e abbiamo calato la proposta nella realtà goriziana”.
Ora lei che tipo di soluzione troverebbe ottimale. Mi sembra si sia orientati ad eliminare i parcheggi di sinistra?
“Rispondo da tecnico e per me la soluzione tecnicamente migliore era questa tenendo conto che si volevano mantenere intatti il numero di parcheggi. Nel momento in cui si dice che è possibile togliere una fila di posteggi, è il codice della strada che prevede degli elementi di separazione tra strada e pista ciclabile. Questo sarà il problema che mi troverò ad affrontare se si dovesse eliminare una fila di parcheggi. I separatori ovviamente devono avere caratteristiche tecniche ed estetiche. Ora siamo in una fase di sperimentazione dove non si possono mettere elementi definitivi, quando sarà definitivo sarà più facile. Sono consapevole che ora ci sono elementi di scarsa gradevolezza estetica e ridondanza di elementi come panettoni e cartelli stradali. Purtroppo questo è il limite della sperimentazione”.