La morte del giornalista di Gorizia Demetrio Volcic.
Era partito dalla “sua” Gorizia, facendosi strada nel mondo e raccontando la Guerra fredda da oltre la Cortina di ferro. Diventando, così, un volto notissimo di un giornalismo che probabilmente non c’è più e di un mondo che, da allora, non è certo lo stesso. Demetrio Volcic, storico corrispondente della Rai, è morto oggi a Gorizia: aveva 90 anni.
Direttore e voce storica da Mosca.
Nato a Lubiana il 22 novembre 1931, entrato nell’azienda televisiva di Stato nel 1956, ha ricoperto fin dal 1968 il ruolo di corrispondente all’estero, rimanendo lontano dall’Italia fino al 1993. Durante tutti questi anni, è stato corrispondente in vari angoli di mondo, da Praga a Bonn ma soprattutto, per lungo tempo, da Mosca. Qui ha raccontato ogni giorno vicende e sviluppi, incuriosendo chi, al di qua della “Cortina”, si domandava come fosse il mondo “di là”. In Rai, dove è stato anche direttore del Tg1, è rimasto fino al 1996, lasciando poi il giornalismo per la politica. È stato senatore dal 1997 al 2001 con il Partito democratico della sinistra e poi, dal 1999 al 2004, ha fatto parte del Parlamento europeo nelle fila dei Democratici di sinistra. Fu anche scrittore. Negli ultimi mesi, un peggioramento delle condizioni di salute lo ha condotto all’epilogo di oggi. Volcic lascia la moglie e due figli.
Il ricordo della politica.
Nell’esprimere cordoglio, il governatore Fvg, Massimiliano Fedriga, ha ricordato Volcic come “uomo di grande spessore culturale e professionale. Nel suo ruolo di giornalista, e in particolare di inviato della Rai all’estero, ha saputo raccontare quanto accadeva oltre che nelle capitali europee anche nell’allora Unione sovietica e i cambiamenti che hanno investito i Paesi dell’Est“.
Tatjana Rojc, senatrice del Pd, rimarca che “con lui se ne va un pezzo della nostra storia. Le sue opere e il suo stile gli hanno già assegnato il posto che merita: tra i grandi giornalisti italiani, tra gli intellettuali figli del nostro mondo plurale, tra gli uomini che col lavoro hanno dato orgoglio agli sloveni in Italia. Spirito europeo, osservatore e testimone dei grandi mutamenti del Vecchio continente, senatore ed europarlamentare stimato, abbiamo da poco salutato a Gorizia l’uscita del suo ultimo libro ed oggi prendiamo congedo dalla sua voce inconfondibile. Ci impegniamo a fare nostra la sua lezione di rigore e cordialità”.
“Era un grande giornalista, uno straordinario corrispondente da Mosca che non si limitava a registrare gli eventi ma era in grado di raccontare il momento storico, il contesto, la situazione in cui avvenivano – questo il commiato di Rodolfo Ziberna, sindaco di Gorizia -. I suoi servizi avevano un’anima, una vita propria che li faceva uscire dallo schermo e arrivare fino a noi. Davvero un grande giornalista, un grande Goriziano. Ed è questo che oggi voglio salutare a nome di tutta la città”.