La petizione contro il senso unico in corso Italia.
Il senso unico in Corso Italia con annessa pista ciclabile e corsia unica di scorrimento è diventato l’argomento sulla bocca di tutti a Gorizia. Basta passeggiare o andare in edicola o al bar per rendersene conto. Pochissimi sembrano apprezzare la novità che, appunto, sta creando moltissimi malumori nei residenti.
Un gruppo social chiamato “ No al senso unico in Corso Italia” ha radunato in poco tempo circa 1.000 persone, non poche considerando che Gorizia è una città di 34mila abitanti. Rilevante, però, è anche la petizione popolare promossa da Giulia Roldo, Rossella Dosso e Luca Michelutti. Quello che viene contestato alla giunta comunale e al sindaco Rodolfo Ziberna è di aver deciso con una delibera della giunta, senza passare attraverso il consiglio comunale , una riforma così impattante per i cittadini.
Sia chiaro, nulla vieta ad una giunta comunale una sperimentazione di questo tipo, ma rimangono misteriosi i motivi per cui ad un anno dalla scadenza del mandato il sindaco abbia voluto prendersi il rischio di risultare impopolare presso i cittadini. Oltre al fatto che a Gorizia non c’è mai stato nessun problema col traffico e la viabilità , mentre ora questo senso unico in Corso Italia ha formato una grandissima colonna d’auto ogni mattina lungo tutta via Duca d’Aosta fino all’ingresso della città.
Abbiamo raggiunto telefonicamente Giulia Roldo che ha voluto spiegare il perché di questa petizione. “Vogliamo subito chiarire che non si tratta di una azione politica. Al momento stiamo raccogliendo molte firme, è difficile quantificarle perché molte persone ci stanno dando una mano. Ogni persona che ha voluto contribuire ha ricevuto i moduli via mail e sta raccogliendo le firme che poi ci verranno consegnate”. Roldo aggiunge che “la gran parte dei negozi e dei bar sono dalla nostra parte. Il timore è di perdere i clienti del toccata e fuga. I cittadini sono contrari a questa novità. Se devo essere sincera forse due persone su dieci sono favorevoli a questa modifica. Il nostro obiettivo è depositare le firme e a quel punto il sindaco avrà 60 giorni per rispondere, teoricamente dovrebbe esserci un consiglio comunale dove verrà discussa la questione. Noi dobbiamo cercare di cambiare le cose”.
Inizialmente la sperimentazione doveva durare un anno, ma negli ultimi giorni il sindaco ha accorciato la sperimentazione a sei mesi. Tutto ciò per “colpa” dei malumori della gente? Nel frattempo il sindaco Ziberna solleva, anche sui social, la questione di un possibile danno erariale nel caso la sperimentazione non abbia una durata congrua. Intanto, la raccolta firme prosegue ancora per qualche giorno: basta recarsi in uno dei bar, negozi o pizzerie del Corso Italia per firmare.