Il liceo scientifico ha organizzato diverse iniziative rivolte ai ragazzi.
Si concludono questa settimana le attività che i professori del liceo scientifico “Duca degli Abruzzi” di Gorizia hanno programmato per i loro studenti, protagonisti di un cambiamento determinato dalla pandemia del COVID-19 e di un modo diverso e innovativo di proporre la scuola ai ragazzi. Le attività extra-curriculari si sono svolte a giugno per permettere agli studenti di incontrarsi dopo il periodo scolastico, in modo particolare per quelle classi che, come da restrizioni COVID-19, hanno dovuto partecipare alle lezioni a distanza.
Laboratori nati per riscoprire le relazioni umane.
“Durante i mesi di lockdown abbiamo visto gli studenti vivere numerose criticità: sofferenza, depressione, c’è chi si era troppo abituato a vivere in una stanza e non più a svegliarsi presto e prendere, ad esempio, il bus per venire a scuola – racconta il professor Salvatore Testa, uno dei referenti di sede del liceo, che continua -. Per la mancanza, quindi, di socialità, di interazione, e su spinta anche dei genitori, abbiamo deciso di dare vita ad alcuni laboratori su misura dei ragazzi, e possiamo dire che c’è stata ottima accoglienza da parte degli interessati”.
La professoressa Antonella Codispoti, referente della sede, spiega la suddivisione in due azioni del progetto. La prima volta al recupero delle competenze disciplinari, focalizzandosi su un tipo di didattica laboratoriale, tramite apprendimento collaborativo. La seconda, invece, si è incentrata sul recupero delle competenze relazionali: “In questo caso le attività principali sono state relative al modulo S.T.E.M. – Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica, e il laboratorio di disegno digitale“.
Il modulo S.T.E.M. ha dato ai ragazzi la possibilità di sfruttare un software per degli esperimenti informatici-elettronici, mentre il laboratorio di disegno digitale si pone come momento di riflessione sulle funzioni comunicative del disegno e in particolare della computer-grafica. Gli alunni elaboreranno in questi giorni un progetto di rappresentazione di un edificio, come la stessa struttura del liceo, o di un sistema urbano con differenti software di manipolazione di immagini digitali e di modellazione 2D e 3D.
Durante l’anno, poi, i docenti sono riusciti a proporre il laboratorio teatrale. I ragazzi, infatti, hanno avuto la possibilità di sperimentare anche questa attività tramite i Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO), prima denominati “alternanza scuola-lavoro”, organizzandosi in maniera autonoma, sempre sotto la supervisione del personale di riferimento, anche se realizzata in modo diverso rispetto agli anni precedenti. Aggiunge il professor Testa: “Chi si è occupato delle colonne sonore, ad esempio, si è esercitato a casa e in questi giorni si sono riuniti tutti, rispettando sempre le restrizioni COVID-19, e hanno potuto provare e registrare insieme i vari pezzi musicali”.
La necessità di cambiare il rapporto insegnate-studente.
La pandemia ha dato un’accelerata su diversi aspetti a livello scolastico, primo fra tutti sull’utilizzo delle tecnologie come modalità parallela alle lezioni in presenza. Inoltre, ha evidenziato l’importanza del ruolo che i docenti hanno nei confronti degli studenti: “Noi insegnanti abbiamo il dovere di dare priorità ai ragazzi, non solo al programma di lavoro. Dobbiamo essere coloro che li aiutano, anche severi se necessario, ma mettere davanti a tutto loro” spiega il professor Testa.
D’accordo la docente Codispoti che racconta come il periodo di lockdown abbia messo in difficoltà la scuola: hanno istituito la figura dell’animatore digitale che aiutava gli stessi insegnanti ad usare strumenti tecnologici, hanno dovuto adeguare le aule in riferimento alle normative, rimodulare anche gli orari e le modalità di lavoro. “Prima di tutto”, sottolinea la professoressa Codispoti, “abbiamo cercato di andare incontro alle esigenze dei nostri studenti, aiutandoli sia nell’aspetto più pratico, la scuola ha fornito computer, router per il wi-fi, e sia nell’aspetto umano, e qui si inseriscono le attività organizzate e la visione di scuola come luogo di crescita e relazione, “studente-studente” e “studente-insegnante“”.