Presentato a Gorizia il laboratorio per la ri-progettazione del confine.
La sfida è senz’altro fra le più interessanti per un architetto, ovvero progettare una “ricucitura” urbanistica fra due città separate da un confine. Non ci troviamo a Berlino, ma sulla frontiera che, per decenni ha separato Gorizia e Nova Gorica. Due città che rimarranno in due Stati diversi, una in Italia e una in Slovenia, ma che già oggi, pur se in modo confuso e non programmato, rappresentano, urbanisticamente, l’una la prosecuzione dell’altra e viceversa.
E, adesso è venuto il momento di mettere ordine, dare un senso e valorizzare al massimo questa peculiarità che ha contribuito senz’altro anche alla vittoria del titolo di Capitale europea della cultura 2025.
Lo stanno facendo le istituzioni, in particolare le due amministrazioni comunali ma, da un paio d’anni questa “sfida” è stata raccolta anche dal corso di Architettura dell’Università di Trieste a Gorizia, che forte anche della collaborazione con l’ateneo “fratello” di Lubiana ha messo in pista un laboratorio di progettazione che ha come obiettivo proprio la ricucitura urbanistica delle due città.
Il laboratorio internazionale.
Un’iniziativa importante che anche quest’anno è stata attivata su proposta degli assessorati all’Università e all’Urbanistica del Comune di Gorizia e grazie al finanziamento del Consorzio universitario di Gorizia che ha attivato la convenzione con l’Università di Trieste. È la terza edizione del laboratorio, che nelle precedenti esperienze ha coinvolto complessivamente oltre trenta studenti, permettendo di sviluppare elaborati già diventati parte integrante di progetti ai quali le istituzioni del territorio stanno lavorando, come quello relativo alla riqualificazione dell’area della stazione ferroviaria di Gorizia.
Non è un caso, dunque, che oltre ad un aumento sensibile delle domande ci siano stati diversi studenti provenienti da altre realtà universitarie italiane ed estere che hanno deciso di proseguire i loro studi a Gorizia. Il laboratorio internazionale sarà formato, per quanto riguarda il Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Trieste, oltre che dal professor, Giovanni Fraziano, dai professori Adriano Venudo, Claudio Meninno, Thomas Bisiani, Luigi Di Dato. Per il coordinamento dell’Università di Lubiana, sarà presente la professoressa Spela Hudnik mentre il Comune di Gorizia sarà rappresentato dal dirigente del settore tutela dell’ambiente pianificazione urbanistica ed edilizia privata, Licinio Gardin. Inoltre, esperti qualificati delle amministrazioni e portatori di specifiche competenze parteciperanno allo svolgimento dei workshop di verifica e di approfondimento.
Città frontaliera conurbata.
Si partirà dall’ analisi del contesto urbano, sulla base dei più recenti studi e progetti condotti nelle due città per definire un quadro d’insieme cui riferire le aree/connessioni da riqualificare o in quanto capaci di generare concrete occasioni di cooperazione ed opportunità per il reciproco sviluppo della “Città transfrontaliera conurbata”.
In particolare, il lavoro metterà sotto la lente l’area della piazza Transalpina, sia in relazione al versante italiano che sloveno in una visione unitaria delle parti e degli interventi; lo spazio che ospita Supernova, considerando gli ambiti di trasformazione in stretta relazione con Transalpina e gli aspetti infrastrutturali e paesaggistici; via Gallina in riferimento al progetto qualità dell’abitare; il piazzale Casa rossa e il versante sloveno, con particolare attenzione alle soluzioni già in via di definizione, da porre in relazione con una prospettiva più ampia e complessa; la riqualificazione e la valorizzazione degli impianti sportivi cittadini in un’ottica di polifunzionalità (per esempio Centro sportivo Fabretto, PalaBigot) e la ristrutturazione di via Terza Armata quale asse di penetrazione alla città, riqualificandone aspetto e funzionalità.