L’Isonzo secco è colpa della diga di Salcano.
Il problema della siccità è devastante. I fiumi sono secchi e l’Isonzo non fa eccezione. Ma quando c’è un problema lo sguardo deve essere volto a monte. E in questo caso letteralmente. Il problema a monte, in questo caso, riguarda la diga di Salcano, a confine tra Slovenia e il Friuli Venezia Giulia. La scarsità d’acqua rilasciata dalla diga è sempre più evidente. Dal 2 luglio, infatti, arrivano stabilmente in Italia non più di 20 metri cubi al secondo, del tutto insufficienti per garantire tutte le funzioni ecologiche ed economiche che fornisce il fiume. La denuncia arriva da Legambiente di Gorizia e Monfalcone. Ne consegue che “la situazione a valle di Gorizia sta per diventare tragica, con il fiume ridotto a un rigagnolo”, ribadisce l’associazione.
I gravi danni causati dall’Isonzo in secca.
A breve quindi potrebbe non esserci più acqua per irrigare i campi nella bassa pianura isontina. A quel punto arriverà il dilemma se portare la poca acqua rimasta a Gorizia, verso il canale dell’agro cormonese-gradiscano o verso valle per sostenere la continuità fluviale per garantire il mantenimento dell’ecologia del fiume.
L’irrigazione non è l’unica funzione ecologica fondamentali svolte dall’Isonzo a favore delle attività umane. L’acqua dell’Isonzio serve anche a depurare le acque e ricaricare la falda. Un ecosistema fluviale completamente alterato rischia di avere ripercussioni negative sul ciclo di depurazione delle acque di scarico. Quelle che tutti contribuiamo a colmare dai bagni delle nostre case.
Ma non è finita qui. Il problema dell’Isonzo non toccherebbe solo come gestire -bene- le nostre acque di scarico, ma come prelevare la nostra acqua potabile, denuncia sempre Legambiente. La mancanza di acqua a valle di Gorizia potrebbe far precipitare il livello degli acquiferi da cui preleviamo l’ acqua potabile, già in preoccupante abbassamento. In buona sostanza un’ulteriore mancanza d’acqua avrebbe delle gravissime conseguenze.
Le richieste e proposte di Legambiente.
Legambiente di Gorizia e Monfalcone sottolineano inoltre come già nel 2017 avevano aperto un gruppo di lavoro “Salviamo l’Isonzo”. Con questo veniva lanciata una petizione europea in cui si chiedeva la redazione di un piano di gestione transfrontaliero del fiume Isonzo. La Commissione Europea rispose che dovevano occuparsene direttamente Italia e Slovenia e che erano già state sollecitate a farlo. Ora l’assessore all’ambiente ed energia della regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Fabio Scoccimarro lamenta la mancata disponibilità da parte slovena relativamente ai rilasci della diga di Salcano. Per questo Legambiente spinge per una gestione transfrontaliera concordata e trasparente. Questa, secondo l’associazione, avrebbe potuto cercare di risolvere i tanti problemi del fiume prima che la situazione diventasse disperata.