La richiesta del sindaco di Gorizia.
Continua la battaglia del sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna per conoscere la verità sugli infoibamenti avvenuti a guerra finita nella ex Jugoslavia. La questione è riemersa dopo il ritrovamento di nuove foibe, in Slovenia, contenenti centinaia di corpi fucilati dalla truppe di Tito, nel 1945, fra i quali alcuni goriziani.
Il primo cittadino goriziano chiede “di conoscere i luoghi in cui tante di queste persone furono trucidate per recuperare i loro resti e poter finalmente mettere un fiore sulla loro tomba. Tante famiglie, a Gorizia, sono state segnate da quegli episodi che videro prelevare oltre 600 persone dalle loro case, la gran parte civili, deportandole poi in Jugoslavia. Nonostante la pesante coltre di silenzio che per troppo tempo ha caratterizzato questa macchia della storia, alcuni passi avanti sono stati fatti e alcuni corpi sono stati recuperati ma tanti risultano ancora scomparsi nel nulla. Ma i discendenti delle loro famiglie, non hanno dimenticato e continuano a far sentire la loro voce perché venga finalmente fatta definitiva chiarezza e si aprano tutte le foibe”.
Lo stesso sindaco, alla luce degli ultimi ritrovamenti, ha scritto al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al ministro della Difesa, Luigi Di Maio e al governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, chiedendo di istituire un gruppo misto italo sloveno che cerchi di scoprire quali e quanti italiani, prevalentemente della Venezia Giulia, siano stati infoibati oltre confine.
“Mi sembra di percepire un nuovo clima di collaborazione– sottolinea Ziberna- considerando che il presidente della Commissione di Stato slovena per l’individuazione delle fosse comuni, Jože Dežman, ha assicurato la disponibilità delle istituzioni slovene a collaborare con l’Italia in questa ricerca e, quindi sarebbe molto grave non cogliere questa disponibilità manifestata, che a mio avviso dovrebbe essere ricercata anche presso il governo croato”.
Secondo il Ziberna “sembra davvero giunto il momento di scoperchiare, letteralmente, quei sepolcri che per troppo tempo sono rimasti volutamente chiusi, addirittura da qualcuno negati e dare sepoltura a quelle povere vittime, colpevoli solamente di essere italiane. Mi dispiace che tante persone che, nel tempo si sono battute per la verità, oggi non ci siano più. Ma sono rimasti i figli, i nipoti e chi, pur se in modo diverso, ha subito le conseguenze della furia titina. Per questo- conclude il sindaco- andremo avanti finchè anche i resti dell’ultimo Goriziano saranno ritrovati. E, mi auguro davvero, che nessuno più si permetta di negare la realtà delle foibe”.