Il flop del corteo “no Green Pass” di Gorizia.
Era il primo, grande corteo organizzato in città. Ma ha deluso, soprattutto nei numeri, le aspettative. Si può parlare di flop per “Gorizia risponde”, la prima manifestazione messa in piedi nel capoluogo isontino per protestare contro l’obbligo di Green Pass.
Alcune centinaia di persone – 500 per gli organizzatori, la metà per le forze dell’ordine – hanno dato vita al raduno goriziano. E tutti, dopo il giro di vite del Viminale in merito a queste manifestazioni, hanno dimostrato di tenere un comportamento rispettoso. Le persone che protestano contro il provvedimento del governo si sono date appuntamento alla stazione ferroviaria cittadina per poi dirigersi al Parco della Rimembranza, dove la manifestazione si è trasformata in un’assemblea pubblica, secondo quanto indicato dalle autorità locali che hanno concesso soltanto un breve tratto cittadino – e non del centro – dove poter sfilare in corteo.
Secondo quanto riferito dal Prefetto di Gorizia, Raffaele Ricciardi, il corteo si è svolto senza problemi e nel pieno rispetto delle rigide prescrizioni dettate agli organizzatori. I manifestanti hanno sfilato con mascherine indossate e, fra loro, hanno agito gli steward deputati al controllo, come da recenti disposizioni.
Una volta giunti al parco, si è tenuta l’assemblea che ha ribadito le “consuete” richieste: no Green pass per lavorare, no alla dittatura sanitaria, sì a maggiori libertà e no all’obbligo di vaccino.