La celebrazione ad Oslavia e sul monte Calvario.
I carabinieri celebrano i militari caduti nella battaglia del Podgora nel corso della Prima Guerra Mondiale. La commemorazione del 105esimo anniversario è avvenuta con due solenni cerimonie, presiedute dal comandante generale dell’Arma, Giovanni Nistri.
Prima della cerimonia, il comandante generale si è intrattenuto con gli ufficiali dello Stato Maggiore ed ha incontrato una parte del personale dell’intera Legione rivolgendo parole di ringraziamento per l’operato svolto ed i risultati conseguiti, anche durante il periodo dell’emergenza coronavirus.
Si è recato, quindi, al sacrario militare di Oslavia, che custodisce le spoglie di oltre 57 mila caduti nelle battaglie dell’Isonzo ove, accompagnato dal presidente del Consiglio della Regione Friuli Venezia Giulia, Piero Zanin e dal Prefetto di Gorizia, Massimo Marchesiello, ha deposto una corona d’alloro alla croce del sacrario. Dopo aver deposto una corona d’alloro all’ingresso della torre principale del sacrario, il generale ha voluto rendere un personale omaggio ai carabinieri caduti sul Podgora il 19 luglio 1915, ponendo un cuscino di fiori presso il settore di sepoltura situato al terzo piano del torrione centrale dove si è raccolto, in doveroso silenzio, davanti ai 53 nomi dei militari che hanno perso la vita in quella tremenda battaglia.
Nella seconda cerimonia sul monte Calvario, dove il 19 luglio 1915 i carabinieri reali del secondo e terzo battaglione si immolarono, il comandante generale, il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, ed il coordinatore provinciale dell’associazione nazionale carabinieri, Valentino Scognamiglio, hanno deposto tre corone presso l’obelisco a quota 240, mentre un picchetto in GUS con sciabole della legione carabinieri “Friuli Venezia Giulia” rendeva gli onori militari ai caduti. La ricorrenza quest’anno assume un significato ancora più profondo in quanto proprio 100 anni fa, per tale fatto d’armi, la bandiera di guerra dell’istituzione, presente in prima linea nei combattimenti sul Podgora, ricevette la sua prima medaglia d’oro al valore militare.
La celebrazione si è conclusa con l’intervento del generale Nistri, che ha commemorato il fatto d’armi e ha tenuto a rimarcare un parallelo tra l’operato 105 anni orsono e quello evidenziato oggi, in occasione dell’emergenza sanitaria. Rispetto ad allora nei carabinieri è rimasta immutata la consapevolezza di dover servire al meglio il proprio Paese, la collettività nazionale, unita ad un altro valore essenziale: la militarità che non è un abito, un dettaglio esteriore, bensì un abitus mentale, un proporsi eticamente e psicologicamente al senso del dovere, allo spirito di servizio, alla solidarietà, al sacrificio.