Solidarietà alla senatrice Segre, il Consiglio comunale di Gemona la boccia

Botta e risposta tra sindaco e minoranza.

Ieri sera a Gemona del Friuli si è tenuto il Consiglio comunale, durante il quale l’opposizione ha espresso la propria contrarietà alla decisione della maggioranza di “non illustrare, discutere e votare l’ordine del giorno, che intende esprimere solidarietà e vicinanza alla senatrice Liliana Segre e che quindi condanna con forza la sequela di attacchi personali, insulti e minacce” a lei rivolti.

La denuncia arriva dal consigliere comunale Marco Pischiutti (Progetto per Gemona), che ha raccontato il fatto in una propria nota. Il punto sarebbe stato presentato prima dell’inizio della seduta, ma l’assemblea non lo avrebbe comunque discusso. “Il sindaco e la maggioranza – attacca Pischiutti – hanno imposto la decisione. Il pretesto, peraltro nemmeno corretto, di una non osservanza nei tempi di presentazione del documento è soltanto l’espressione di una totale mancanza di coscienza civile e democratica che stasera ha investito pesantemente il consiglio comunale di Gemona”. 

Dura quindi l’accusa dell’opposizione, che ha definito come politica “la decisione di non assumere un simile documento come patrimonio civile comune del consiglio stesso: sindaco e maggioranza si sono assunti la responsabilità di allinearsi a quella stessa indifferenza che la senatrice a vita Liliana Segre ha indicato come complice dell’affermarsi di razzismo e fascismo, al tempo in cui lei era bambina così come sta ancora accadendo oggi”.

Il primo cittadino di Gemona, Roberto Revelant, è intervenuto per sgonfiare la polemica, assicurando che il tema sarà oggetto della prossima seduta “perché lo prevede il regolamento – ha scritto in risposta -, che questa maggioranza come sempre rispetta, così come si è già pronunciata nel consiglio di ieri sera”. Ha quindi aggiunto “la polemica è stata volutamente fatta nascere solo per ottenere visibilità, ed è imbarazzante, perché poi si specula e si offende, su contenuti su cui nella seduta di ieri nessuno si è espresso”.

“Se ci fosse stato un ordine del giorno – ha spiegato – , presentato negli stessi modi, riguardante qualsiasi altro argomento e che non avesse carattere di urgenza, sarebbe stato discusso (come da regolamento) nel Consiglio successivo, come da un anno e mezzo si è sempre fatto. Si tratta di una procedura che tutti gli altri consiglieri hanno sempre rispettato e condiviso”. Appuntamento, quindi, tra 20 giorni.

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