Dura l’accusa dell’associazione alla gestione del pronto soccorso.
La gestione dell’emergenza con spazi di osservazione temporanea annunciata a Gemona con grande enfasi nel giugno scorso non si può proprio fare. A denunciarlo è l’associazione Costituzione 32, tramite una nota del presidente Walter Zalukar.
Già allora erano stati sollevati forti dubbi sulla possibilità di attivare un’osservazione temporanea nell’ex ospedale di Gemona, essendo stato il pronto soccorso declassato a punto di primo intervento, in base alla normativa nazionale. “Ma con la tipica arroganza e supponenza – denuncia l’associazione – non si volle tener conto né delle critiche né delle norme e così il servizio di emergenza e osservazione a Gemona fu stabilito” con legge regionale.
Tutto è rimasto sulla carta, senza effetto. Il 27 settembre, proprio a Gemona, “si è fatta pubblica marcia indietro – accusa Zalukar – su quanto inserito nella legge regionale appena approvata, ammettendo che l’osservazione con funzione di emergenza-urgenza non è realizzabile. Ma visto che fare annunci è ormai una tentazione irrefrenabile ecco allora l’annuncio in contemporanea del potenziamento dell’attuale punto di primo intervento e dell’attivazione dell’automedica diurna in questa sede, in quanto più baricentrica rispetto a quella di Tolmezzo”.
L’ex responsabile del pronto soccorso dell’ospedale Cattinara di Trieste prosegue: “Ma ciò che più sconcerta è prevedere che l’automedica funzioni solo in orario diurno, come se incidenti e malori rispettassero un orario d’ufficio. Di sera, di notte gemonesi e abitanti delle valli dovranno arrangiarsi? E come?”. L’automedica annunciata verrà tolta a Tolmezzo, dove dovrebbe starci in base alla stessa normativa regionale, ma sarà messa a Gemona perché considerata più baricentrica. “Con un’unica automedica spostata a Gemona si vorrebbero coprire entro 20 minuti i codici rossi di tutta la Carnia e l’Alto Friuli?” si chiede ancora il presidente.
“Qui non si tratta solo dell’abbandono di Gemona – accusa ancora l’associazione -, perché questa è solo la punta di un iceberg di falle e carenze del soccorso che colpiscono tutti i territori, in quanto tuttora manca una pianificazione strategica idonea a costruire una vera e propria rete di emergenza efficace ed efficiente, che possa quindi rispondere con fatti, e non con annunci, ai bisogni di salute e sicurezza dei cittadini di tutta la regione”.
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