Condannato l’assistente bagnante e il legale rappresentante dell’associazione.
Si è conclusa con la condanna per il reato di lesioni personali colpose nei confronti dell’assistente bagnante e del legale rappresentante dell’associazione, che aveva in gestione la piscina, la vicenda che ha visto un bambino di tre anni vittima di un incidente durante il centro vacanze estivo a Gemona.
Il bambino, il 3 luglio 2015, era finito sott’acqua per circa 3 minuti. Non avrebbe avuto un salvagente idoneo: da qui l’annegamento e il salvataggio disperato di un medico, presente nella struttura. In ospedale, poi, la diagnosi di tetraparesi spastica secondiaria a danno anossico cerebrale e una vita rovinata.
Il giudice di pace di Gemona ha condannato alla pena pecuniaria di 2.500 euro e 2mila euro le due persone imputate. Per questo tipo di reati è prevista la trasformazione della pena in equivalente in denaro. Adesso, spetterà alla causa civile quantificare, invece, il risarcimento per la famiglia.
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