“Non un’associazione del passato e non un congresso di reduci, bensì un movimento di volontariato molto attivo nel presente e fondamentale nel futuro”. Così il presidente dell’Afds, Roberto Flora, durante il 63° Congresso provinciale a Gemona ha spronato i 50mila donatori di sangue associati in un impegno che deve essere quotidiano. E che anche le istituzioni devono condividere.
“A queste persone generose e serie – ha aggiunto – i pubblici poteri e i servizi sanitari sono chiamati a dare risposte concrete e altrettanto serie sulle tematiche che non da oggi siamo a richiedere: non possiamo perciò accettare che si prenda come alibi del ‘non fare’ la mancanza di personale”.
Durante l’evento, svoltosi alla presenza di oltre duemila persone finalmente nella sua formula tradizionale dopo due anni di limitazioni dovute alla pandemia, sono stati premiati 2.151 benemeriti che hanno raggiunto un traguardo nel dono del sangue.
Dopo la messa in Duomo officiata dall’arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato, il corteo con i labari di tutte le sezioni della provincia e quelli delle associazioni sorelle ha sfilato lungo le vie del centro storico, fino a giungere in piazza del Ferro dove sono intervenuti, assieme a Flora che ha ringraziato la presidente della locale sezione Anna Panigara impossibilitata per malattia, anche il vicepresidente della Regione Riccardo Riccardi, il presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin e i sindaci di Gemona Roberto Revelant e il collega Roberto Zuliani di Mortegliano, sede del Congresso del 2023.
“La molteplicità degli impegni che ci assumiamo nel Friuli di oggi e di domani – ha continuato Flora – è in diversi campi: sanitario, sociale, culturale e civile perché ormai siamo connaturati alla essenza stessa della friulanità e dei suoi valori. Dove c’è un donatore di sangue ci deve essere un presidio di questo patrimonio ideale. Per la nostra associazione è senz’altro importante e vitale incrementare due pratiche essenziali: la chiamata e la prenotazione.
Un tempo il donatore sapeva cosa fare e quando donare senza essere sollecitato, oggi ciò non è possibile va programmato il dono affinché non ci siano carenze e neppure inutili abbondanze. Le sezioni devono impegnarsi in questo che è il loro compito naturale. La crisi demografica con minori nascite ci fa prevedere che domani saremo meno numerosi, ma dovremo essere più generosi: tutti i giovani in buona salute sono invitati a compiere la scelta di donare come vero e proprio dovere morale e sociale. Un appello particolare oltre che ai giovani va rivolto alle persone fra i trenta e i cinquant’anni, la fascia d’età con meno donatori in proporzione alla sua consistenza. Prima di tutto il dono, ma anche un buon esempio per i figli e una rivitalizzazione associativa”.
Un simpatico momento della cerimonia è stato l’intervento di Alberto Rigotto, direttore amministrativo dell’Udinese Calcio con cui l’Afds ha avviato diverse forme di collaborazione, che ha voluto donare una divisa della squadra bianconera dedicata ai donatori di sangue, il cui numero impresso è ‘zero positivo’ come il gruppo sanguigno universale.