Le decisioni dopo i disservizi sui trasporti scolastici in Fvg.
L’Amministrazione regionale sta dalla parte delle famiglie e supporta i Comuni nella vicenda con la società Tundo che ha generato gravi disservizi nel trasporto pubblico scolastico. L’esecutivo sta lavorando con gli Enti locali per individuare le modalità per poter comunque garantire il servizio e ridurre i disagi.
A esprimere la posizione della Regione è l’assessore al Demanio del Friuli Venezia Giulia, Sebastiano Callari, che spiega come l’amministrazione, una
volta chiarito il quadro complessivo, intende avviare una causa nei confronti della Tundo Spa a ristoro dei danni patiti dal sistema locale per le gravi inadempienze del fornitore, aggravate dalla palese incapacità dimostrata nel saper onorare gli impegni presi, nonché risolvere l’accordo quadro.
I diversi disservizi nel trasporto pubblico scolastico da parte del fornitore, più volte segnalati attraverso incontri, mediante solleciti e diffide, sono certamente il frutto di una condotta propria della stessa società ma sono anche, secondo l’assessore del Fvg, conseguenza di un dettato normativo regionale, adottato dalla precedente legislatura, che l’attuale esecutivo ha già profondamento modificato proprio per evitare tali potenziali disservizi e che quindi non troverà replica nei futuri affidamenti.
L’assessore ha rassicurato in merito all’avvio di ogni azione per evitare l’incresciosa situazione che si è presentata nel 2020: se allora poteva trovare giustificazioni vista l’emergenza pandemica, oggi invece non può essere in alcun modo accettata o subita. L’esponente dell’esecutivo ha poi evidenziato la vicinanza della Regione ai Comuni ai quali sono stati forniti degli indirizzi operativi affinché possano provvedere alla risoluzione del contratto e a supplire al mancato servizio mediante affidamenti di urgenza.
L’assessore ha dato conto anche dell’archiviazione della denuncia resa dalla Centrale unica di committenza all’Anac circa i danni cagionati da Tundo Spa nello scorso anno, rilevando come la scelta di non aver sciolto i contratti durante la pandemia è stata corretta; diversamente ci sarebbe stato un disservizio e si sarebbe messo in difficoltà il sistema dei Comuni con un contenzioso che sarebbe stato perdente.
Infine, la Regione ha informato sul ruolo di raccordo e di contatto della Cuc con le altre Centrali di committenza italiane per verificare situazioni e orientamenti; ciò avviene in particolare con la Regione Marche, la quale sta ancora valutando come risolvere la situazione e le possibilità per poter rescindere il contratto e che si trova in una situazione analoga a quella del Friuli Venezia Giulia.