Tre invece le bandiere verdi assegnate al Fvg.
Il No Borders di Tarvisio, così come anche Sella Nevea per il progetto di progetto di ripristino di piste e impianti di sci a Sella Nevea, le bandiere nere di Legambiente. Per fortuna, tuttavia, ce ne sono tre verdi, a premiare le iniziative rivolte ad altrettanti progetti dei territori montani.
Puntuali, come avviene ormai ogni estate a partire dal 2004, anche quest’anno sono arrivate le “bandiere nere” e le “bandiere verdi” che Legambiente attribuisce nell’ambito della sua campagna Carovana delle Alpi, con lo scopo di segnalare esempi negativi e positivi di iniziative e di progetti specificamente rivolti ai territori montani. Le attività meritevoli di segnalazione e sostegno hanno riguardato il territorio delle Valli del Natisone, quello del Canal del Ferro e quello della pedemontana e montagna pordenonese.
Le bandiere nere.
Nella lista nera di Legambiente sono finiti l’assessorato regionale alle attività produttive e al Turismo, a PromoturismoFvg e al Comune di Chiusaforte, per il progetto di ripristino di piste e impianti di sci a Sella Nevea, “già abbandonate una quarantina di anni fa – commenta il presidente di Legambiente Fvg Sandro Cargnelutti – e situate ben sotto la linea di affidabilità della neve a fini turistici su un versante esposto oltretutto a mezzogiorno. L’intervento – prosegue – è a debito certo per la comunità regionale, sia dal punto di vista ambientale che economico. La carenza di neve verrà compensata da quote importanti e crescenti di energia ed acqua, fino alla prossima dismissione. E pertanto è lecito porsi la domanda: cui prodest?”.
Bandiera nera anche al Consorzio di promozione turistica del Tarvisiano, di Sella Nevea e del Passo Pramollo, per i concerti di “No Borders” organizzati lo scorso anno attorno al Lago Superiore di Fusine. “A cinquant’anni esatti dall’istituzione di quello che fu il primo Parco Naturale della regione – prosegue Cargnelutti –, abbiamo voluto evidenziare l’incompatibilità di una manifestazione, per quanto interessante, con le esigenze di tutela e rispetto dell’ambiente naturale. L’organizzazione di sette concerti con un notevole afflusso di pubblico e la permanenza di palco e poltroncine per un paio di settimane ha lasciato sul terreno i segni evidenti di un impatto non desiderato”. Per Marco Lepre, presidente del circolo Legambiente della Carnia-Val Canale-Canal del Ferro “è sconcertante sentire come giustificazione che a distanza di qualche settimana l’area era stata ripulita. Questa è l’ammissione che erano stati abbandonati vari rifiuti. Ci troviamo in un Sito di interesse comunitario e i luoghi semplicemente non vanno né sporcati né banalizzati. A Tarvisio esiste un anfiteatro costituito dai prati falciati del tratto finale delle piste che scendono dal monte Priesnig. Abbiamo proposto che i concerti vengano spostati già da quest’anno in questo che è un luogo più consono e con la possibilità di una ricaduta sulla località e i suoi esercizi pubblici e commerciali”.
Le bandiere verdi.
A compensare le noti dolenti, le tre bandiere verdi. Un primo riconoscimento positivo va a Elisa Manig, 28 anni, tecnica radiologa, attualmente imprenditrice agricola nella frazione di Tiglio a San Pietro al Natisone, per la scelta di rientrare dall’estero, avviare una filiera agro-zootecnica corta, circolare e sostenibile e promuovere la cooperazione tra donne che valorizzano i sapori della Benecija (Slavia Friulana)
Bandiera verde anche all’Ecomuseo regionale delle Dolomiti Friulane “Lis Aganis”, per il progetto PassiParole, occasione per rafforzare le comunità e promuovere nel territorio il turismo dolce ed esperienziale. Molteplici attività che attraverso l’incedere “lento”, passi, permettono di cogliere meglio la bellezza del paesaggi, percepire attraverso i cinque sensi ciò che circonda e favorire l’incontro con “le parole” che raccontano il territorio, spesso frutto di storie coevolutive tra comunità locali e la natura.
Riconoscimento, in positivo, anche all’amministrazione comunale di Dogna, per gli sforzi messi in campo per rimediare alla perdita dell’ultima osteria con annesso negozio del comune, favorire l’afflusso di turisti che transitano lungo la pista ciclabile Alpe Adria, integrare, mediante appositi progetti, foresteria, museo e attività commerciale, iniziative che hanno permesso di rendere economicamente e socialmente sostenibili le attività, creando nuovi posti di lavoro per il piccolo comune.