La vipera dal corno, che si trova anche in Fvg, è in pericolo
La maggior parte sconosciuti e molto spesso temuti da noi umani, i serpenti, sono molto diffusi. In regione ci sono diverse specie, perlopiù innocue, che reagiscono alle vibrazioni del terreno. Ma ora a minacciare la loro sopravvivenza è arrivato un fungo.
“Nell’ambito della mia attività di osservazione dei serpenti, animali troppo poco conosciuti e di conseguenza mal considerati, ho accompagnato il ricercatore erpetologo milanese Matteo Di Nicola in una spedizione che si è svolta di recente volta a indagare la presenza di un fungo patogeno che attacca esclusivamente i serpenti”. A dirlo è Sebastian Colnaghi, 21enne noto in Italia per il suo impegno a difesa dell’ambiente.
“Il nome del fungo, – prosegue Sebastian Colnaghi – è Ophidiomyces ophidiicola ed è responsabile dell’ofidiomicosi, una patologia che può interessare anche le specie italiane e che può portare alla morte degli individui”.
La vipera dal corno
La ricerca, spiega ancora il giovane appassionato, si è concentrata sulla vipera dal corno (Vipera ammodytes il suo nome scientifico) e la sua caratteristica più evidente è la presenza di un “cornetto” sulla punta del muso, coperto da cinque a venti squame. È una delle quattro specie di vipera presenti nel territorio italiano e ha una distribuzione sostanzialmente balcanica, spingendosi anche in Austria meridionale e nella zona nord-orientale del nostro Paese, dove è confinata al Friuli-Venezia Giulia e a piccole aree di Veneto e Alto Adige.
E’ rinvenibile soprattutto in ambienti caldi e aridi, con substrato roccioso, in una fascia altitudinale compresa tra 0 e oltre 1500 m sul livello del mare.
Gli adulti misurano in media 60-70 centimetri, ma alcuni individui possono anche superare gli 80 cm e vivere, in natura, fino a dieci anni.
In primavera, a seguito della latenza invernale, hanno luogo gli accoppiamenti e in estate le femmine partoriranno da quattro a venti piccoli.
“Al pari delle altre vipere italiane. – spiega ancora Sebastian Colnaghi – si tratta di un serpente timido ed elusivo che morde solo se messo alle strette e se si sente minacciato. Un suo morso, benché il veleno non sia considerato mortale per l’uomo, può provocare complicazioni di entità variabile e richiede comunque un intervento sanitario.
Una specie protetta
Morso che non dovrebbe mai occorrere, in quanto la specie è protetta da diverse leggi nazionali e internazionali e non deve pertanto essere manipolata, se non per motivi di ricerca, con apposite autorizzazioni.
Per chi fosse affascinato dal mondo dei rettili e volesse approfondire la conoscenza di tutte le specie italiane, Matteo Di Nicola si è cimentato nella raccolta di schede informative e 1300 foto a colori in un libro dal titolo “Anfibi e Rettili d’Italia“.