La profezia del Vecchio Venerando del Pignarul Grant di Coja.
Sebbene chiuso al pubblico, e con la sola presenza degli organizzatori, il Pignarul Grant di Coja ha mantenuto il suo fascino. L’appuntamento preparato sulle alture tarcentine dalla Pro Loco ha visto il suo clou, come di consueto, nel vaticinio del Vecchio Venerando, al secolo Giordano Marsiglio.
Dopo che i volontari, alle 19 in punto, hanno acceso la grande pira, è spettato a lui interpretare, seguendo la direzione del fumo del Pignarul, i segni per i 12 mesi appena cominciati. Che cosa ci aspetta, dunque, nel 2022? “Avremo un altro anno difficile e starà a noi renderlo migliore – ha detto il Vecchio Venerando dal Castellaccio di Coia -. La gente ha perso il senso del rispetto e noi abbiamo bisogno di questo per uscire dalle difficoltà. Rispetto comporta conoscenza e comprensione“.
Dagli organizzatori della Pro Tarcento, l’auspicio di un anno migliore e di ritrovarsi nel 2023 per una ripartenza compiuta.
A Pagnacco il Pignarul dei “dissidenti”.
Molti i fuochi epifanici che hanno caratterizzato la giornata odierna in Friuli, sebbene con le restrizioni legate alla pandemia. Tra questi, anche quello di Pagnacco, salito alla ribalta delle cronache negli scorsi giorni per la decisa presa di posizione degli organizzatori che hanno rimarcato di non voler rinunciare all’appuntamento, con in testa Sergio Freschi, presidente dell’Associazione Sostenitori delle Tradizioni Friulane. Dopo uno scambio di vedute con il Comune, oggi l’appuntamento si è regolarmente tenuto. Un bel falò epifanico quello acceso alle 19, con un significativo viavai di curiosi, ma l’organizzazione è stata molto ligia: ha delimitato il campo, impedendo l’accesso ad eventuali curiosi, costretti a guardare il Pignarul da distanza. Ma anche qui, come altrove, una grande tradizione del Friuli, pur in tempi di Covid, si è potuta perpetuare.