Sabato 12 aprile alle ore 14 sulla riva sud del Lago di Cavazzo avrà luogo una manifestazione indetta dal Comitato “Salviamo il lago”, dal Comitato “La risorgiva” di Osoppo, dal Comitato “tutela acque del bacino montano del Tagliamento” e dai Circoli Legambiente della Carnia, Canal del Ferro Valcanale e della Pedemontana Gemonese.
Nell’imminenza dello svolgimento in Regione della conferenza di servizi decisoria riguardo alla condotta dal canale SADE di scarico del lago richiesta del Consorzio di bonifica della pianura friulana, gli organizzatori si propongono con questa manifestazione di dare voce alla contrarietà delle popolazioni della Val del Lago e del comprensorio alla realizzazione della condotta che, imporrebbe a sud una ulteriore pesante servitù al lago e alla sua valle dopo quella, a nord, della centrale idroelettrica di Somplago che ha stravolto il lago scaricando in esso le acque turbinate, gelide, torbide e fangose.
Un lago da difendere.
Al centro della protesta c’è la volontà di difendere il lago e la sua valle da ulteriori stravolgimenti. Gli organizzatori sottolineano come, a nord, la centrale idroelettrica di Somplago abbia già mutato in modo radicale l’ecosistema del lago, scaricandovi acque gelide e torbide che hanno compromesso la pescosità e la qualità delle acque.
Non solo. A questo impatto si sono aggiunti negli anni l’autostrada con il suo viadotto imponente, l’oleodotto della SIOT, ora convertita con cogeneratori funzionanti a metano le cui emissioni inquinanti vanno ad aggiungersi a quelle dell’autostrada.
Una risorsa da recuperare
La manifestazione di sabato non è solo un grido di allarme, ma anche una proposta di rinascita. I promotori intendono rilanciare con forza la richiesta di realizzazione del bypass del lago, misura prevista dal Piano Regionale di Tutela delle Acque e già oggetto di approfondimento nel “Laboratorio Lago”, promosso dai comuni rivieraschi. Tre le varianti di bypass individuate dagli esperti, tutte con l’obiettivo di restituire al lago la sua naturalità, rendendolo di nuovo balneabile, pescoso e attrattivo per il turismo sostenibile.
Il tempo dell’avere
La memoria storica è parte integrante della mobilitazione: un tempo le acque del Lago di Cavazzo erano limpide e temperate, favorivano un microclima ideale per l’agricoltura – in particolare frutticoltura – e offrivano abbondanti risorse ittiche. La pesca non era solo un’attività ricreativa, ma una fonte di sostentamento per molte famiglie, tanto da dar vita a una vera e propria “Cooperativa Pescatori”, poi sciolta in seguito al crollo della pescosità causato dalla centrale idroelettrica.
“Ora basta” è il messaggio che la valle vuole far arrivare forte e chiaro alla Regione, che nei prossimi giorni sarà chiamata a una decisione cruciale nella conferenza di servizi decisoria. Gli organizzatori invitano i cittadini a partecipare numerosi, per informarsi, vigilare e difendere attivamente il proprio territorio. Perché per la Val del Lago finisca il “tempo del dare” ed inizi veramente il “tempo dell’avere”