In 6 mesi, in Friuli quasi tre volte gli incidenti mortali sul lavoro del 2022.
I numeri sembrano piccoli, ma dietro quei numeri ci sono vite umane perse; non solo: quegli stessi numeri mostrano un incremento notevole: in Friuli, gli incidenti mortali sul lavoro sono aumentati a dismisura rispetto all’anno scorso.
Se, infatti, nel 2022 la nostra regione era in zona bianca, con 4 vittime in un anno, nel 2023 le cose sono cambiate: in soli sei mesi, secondo i dati Inail, le persone che hanno perso la vita sul lavoro sono già 11 (quasi tre volte l’intero anno passato), dato che ha fatto schizzare il Fvg in zona rossa, nella top 3 delle regioni a maggior rischio insicurezza.
A livello italiano, il primo semestre dell’anno, stando alle analisi dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering, i decessi sono stati 450, pari a 75 al mese o 17 alla settimana. Calano, però, le denunce di infortuni: -22,4% rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno, dato che viene spiegato con la fine della pandemia e quindi degli “infortuni per covid”.
Tornando alla nostra regione, Pordenone è settima in Italia per casi di infortuni mortali, con 5 vittime nel 2023 con un tasso di 36,6 per ogni milione di occupati; Udine 40esima con 4 vittime, Gorizia 42esima con una vittima. Nelle statistiche, tra l’altro, mancano i recenti casi di morti sul lavoro per cadute dall’alto, che hanno segnato l’ultima settimana in Friuli, in particolare dopo il maltempo.
In questo contesto, arrivano le grida di allarme dei sindacati, ma anche della politica. “E’ necessario istituire subito l’Osservatorio sulla salute e sulla sicurezza nel mondo del lavoro – ha detto la consigliera regionale del M5S, Rosaria Capozzi -. Il numero delle morti bianche in Friuli Venezia Giulia dovrebbe essere azzerato, ma negli ultimi mesi è aumentato notevolmente, con 11 casi: il terzo risultato peggiore d’Italia”.
“Chiediamo a tutte le parti in causa un maggiore impegno, non solo alle imprese affinché migliorino le condizioni di sicurezza dei propri dipendenti, ma anche ai lavoratori – ha spiegato ancora Capozzi – che devono essere sempre più consapevoli dei rischi che affrontano ogni giorno, ma soprattutto delle istituzioni. Informazione e prevenzione sono capisaldi da rafforzare”.
“In seguito alle numerose cadute dall’alto verificatesi in Friuli Venezia Giulia nelle ultime settimane, che hanno causato la morte di tre persone, i sindacati delle costruzioni del Friuli Venezia Giulia si trovano a denunciare nuovamente la mancata applicazione delle più elementari norme relative alla sicurezza nei luoghi di lavoro – è la nota inviata da Cgil, Cisl e Uil -. A causa dei recenti eventi atmosferici, nell’arco di pochi giorni si sono verificate almeno una decina di cadute dall’alto che secondo i dati Inail rappresentano il 60% delle morti“.
“E’ fondamentale – continuano le sigle sindacali -, ribadire l’importanza della formazione professionale continua di tutti gli addetti e del corretto uso degli strumenti di protezione individuale al fine di evitare queste tragiche situazioni. Si presenta quindi la necessità di incrementare tutti i processi di formazione e prevenzione delle maestranze adibite a svolgere lavori in altezza e non solo. La non consapevolezza del rischio e l’eccesso di confidenza con fasi lavorative critiche sono fattori deleteri per la sicurezza dei lavoratori. Raccomandiamo il divieto di interventi eseguiti da chi non possiede competenze adeguate e chiediamo agli organi competenti e alle imprese di vigilare per aiutarci a limitare il più possibile gli infortuni nei cantieri”.