Consegnata in Consiglio regionale la petizione contro le opere sul Tagliamento.
Un coro di 13.760 voci si oppone ai progetti di modifica dell’alveo, del subalveo e delle aree golenali del Tagliamento: la petizione, promossa dall’associazione Assieme per il Tagliamento, è stata consegnata ieri al presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Mauro Bordin.
Le richieste dei cittadini
I firmatari della petizione si dichiarano contrari alla costruzione di traverse e nuove casse di espansione, come previsto nella delibera della Giunta regionale dell’11 aprile 2024. In alternativa, chiedono interventi urgenti e partecipati per la messa in sicurezza delle popolazioni locali, puntando su presidi alle sponde del fiume e sulla manutenzione del suo alveo.
“La tematica è già stata oggetto di attenzione e approfondimenti da parte della IV Commissione – ha spiegato Bordin – e a seguito di questa petizione avrà modo di fare altri approfondimenti.
Tutti sono consapevoli che il Tagliamento è un patrimonio naturalistico prezioso per il Fvg, ma c’è un bene primario che va tutelato: la vita umana di chi popola le aree a rischio a ridosso del fiume. A quel territorio vanno date risposte, attese da anni, concrete e tempestive, riservando la massima attenzione anche all’ambiente”.
“Il Consiglio regionale, con una mozione approvata quasi all’unanimità, ha chiesto di fare ulteriori approfondimenti tecnici sugli interventi da realizzare. Ci sono Autorità e Direzioni con le competenze necessarie per fare questo lavoro. Ciò che personalmente mi sento di chiedere – ha concluso il presidente dell’Assemblea legislativa Fvg – è che avvenga in tempi stretti“.
Alla consegna della petizione erano presenti diversi consiglieri regionali di diversi schieramenti, tra cui Serena Pellegrino (Avs), Rosaria Capozzi (M5S), Manuela Celotti e Nicola Conficoni (Pd), Giulia Massolino e Massimo Moretuzzo (Patto per l’Autonomia), e Furio Honsell (Open Sinistra Fvg).
Le reazioni della politica.
La petizione firmata da quasi 14mila cittadini contro nuovi interventi infrastrutturali sul fiume Tagliamento ha acceso il dibattito politico in Friuli Venezia Giulia. L’iniziativa si oppone a opere come traverse e casse di espansione, considerate troppo invasive e potenzialmente dannose per l’ecosistema unico del fiume.
La consigliera regionale Serena Pellegrino (Alleanza Verdi e Sinistra) ha sottolineato che “prevenzione, informazione e conservazione” devono essere le priorità per proteggere un ecosistema minacciato. Pellegrino ha criticato i progetti definiti “faraonici” e “impattanti”, sostenendo che la gestione del Tagliamento debba basarsi su manutenzione costante e coinvolgimento delle comunità locali.
I consiglieri Nicola Conficoni e Manuela Celotti (Pd) hanno invece denunciato la “mancata chiarezza e condivisione” delle scelte della Giunta Fedriga. Hanno ribadito la necessità di revocare la delibera relativa alla traversa di Dignano e di adottare un approccio che coniughi sicurezza e tutela ambientale.
Dalla Lega, Maddalena Spagnolo ha richiamato l’urgenza di interventi concreti per proteggere le comunità del basso corso del fiume, spesso minacciate da esondazioni. “Non possiamo accettare veti ideologici a opere necessarie per garantire sicurezza,” ha dichiarato.
Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) ha espresso preoccupazione per il possibile impatto ambientale dei progetti da 300 milioni di euro previsti dal Documento di economia e finanza regionale 2025, definendo le proposte “di dubbia efficacia”. Rosaria Capozzi (M5S) ha invece auspicato un “dibattito pubblico concreto” per discutere soluzioni alternative e superare la confusione generata, a suo dire, dalla gestione attuale della Giunta.