Chiedono lo stop alla cassa di espansione sul Tagliamento.
Dalla Norvegia, alla Stanford University di San Francisco; dal Colorado, alla Nuova Zelanda: sono 400 gli accademici di tutto il mondo che hanno firmato l’appello in difesa del Tagliamento, per chiedere lo stop alla cassa di espansione di Dignano.
“Appello dalla comunità tecnico-scientifica internazionale: il Tagliamento deve scorrere libero! Il più naturale dei grandi fiumi alpini rischia di essere sconvolto dalla costruzione di grandi opere: è imprescindibile gestire il rischio di alluvioni conservandone l’inestimabile valore ambientale, sociale e culturale” cita la petizione.
Il testo spiega il progetto in corso: “Recentemente, l’Autorità di Bacino Distrettuale Alpi Orientali, nell’aggiornamento del piano di gestione del rischio di alluvioni, e la Regione Friuli Venezia Giulia, con una delibera di aprile 2024, hanno formalizzato l’intenzione di realizzare una cassa d’espansione in linea a monte del ponte di Dignano e una cassa fuori alveo a Varmo. Entrambe prevedono la realizzazione di uno sbarramento trasversale nell’alveo del fiume, che ne interromperebbe la connettività longitudinale”.
E quelle che ricercatori e docenti ritengono essere le conseguenze: “Se queste opere di mitigazione del rischio venissero realizzate si determinerebbe: la perdita della connettività fluviale, sia per la fauna che per i sedimenti; una grave interferenza nella dinamica naturale del fiume, con conseguenze morfologiche di vasta portata sia a monte che a valle; l’alterazione nei tratti di intervento di uno degli ecosistemi fluviali più rari dell’arco alpino e di numerosi habitat di rilevanza comunitaria; un grave impatto sul paesaggio e sulle opportunità di fruizione del fiume; una violazione di direttive ambientali e regolamenti europei“.
L’appello quindi invita a valutare soluzioni alternative “che porterebbero miglioramenti ambientali e non danni, come l’arretramento di alcuni rilevati arginali e il ripristino di volumi di laminazione diffusi, riconnettendo tratti di pianura inondabile. Inoltre, la possibilità di far transitare una parte rilevante delle portate di piena all’interno di canali scolmatori (già esistenti o da realizzare) dovrebbe essere attentamente analizzata”.
L’appello vede come primi firmatari Andrea Goltara, presidente del CIRF-Centro Italiano Riqualificazione Fluviale, e l’austriaco Klement Tockner, uno dei principali esperti mondiali di ecologia fluviale, e comprende accademici di fama come Francesco Comiti, professore di Gestione integrata dei bacini idrografici all’Università di Padova, e Walter Bertoldi, professore associato di Geomorfologia all’Università di Trento.
“Condivido le preoccupazioni dei 400 accademici di 26 Paesi che hanno sottoscritto un appello per chiedere lo stop alla cassa di espansione di Dignano – commenta il consigliere regionale del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg, Massimo Moretuzzo, assieme alla consigliera comunale di Udine Stefania Garlatti Costa -. La Regione dice di voler seguire il parere degli esperti: ne dia finalmente prova. Ascolti la voce di centinaia di loro. Le opere previste non possono “mettere in sicurezza” le popolazioni rivierasche e comprometterebbero, alterandone la dinamica naturale, un patrimonio unico, riconosciuto tale da esperti di tutto il mondo, e in violazione di direttive ambientali e regolamenti europei”..
“Preservare il Tagliamento come modello per la rinaturazione dei fiumi, migliorandone lo status ecologico, ma anche, di conseguenza, la sicurezza per le popolazioni a valle, è interesse di tutti, non solo degli abitanti della nostra regione – continuano Garlatti-Costa e Moretuzzo –. Ascoltiamo gli accademici internazionali, che ben conoscono lo stato dell’arte nella gestione delle piene, e dedichiamo al nostro fiume uno studio multidisciplinare che raccolga le competenze scientifiche migliori del mondo, all’altezza del Re dei fiumi alpini. Il Tagliamento, ma anche gli abitanti delle sue rive, se lo meritano”.