Dal Demanio, le ex caserme passeranno alla Regione Friuli Venezia Giulia.
Lo Stato cede 26 beni immobili alla Regione Friuli Venezia Giulia, tra questi, molte ex caserme che hanno segnato e in qualche modo ancora segnano, almeno dal punto di vista urbanistico, la storia del territorio: edifici abbandonati cui spesso i Comuni mirano per la fame di spazi e per progetti di riqualificazione e rivitalizzazione del tessuto urbano.
Ad annunciarlo è stato lo stesso Governatore, Massimiliano Fedriga, dopo la decisione presa dal Consiglio dei Ministri: “La proposta avanzata dalla Regione al Governo il 7 agosto scorso per il trasferimento al Friuli Venezia Giulia di 26 immobili di proprietà dello Stato ricadenti nel patrimonio disponibile e nel demanio storico artistico in gestione alla Direzione regionale dell’Agenzia del demanio è diventata ora realtà”.
“Al ministro per gli Affari regionali e le autonomie della Repubblica italiana Roberto Calderoli e all’intero Governo – ha concluso -, va quindi il plauso per aver accolto una richiesta avanzata dal Friuli Venezia Giulia, dando così seguito all’attuazione di ciò che prevede lo Statuto speciale della nostra Regione”.
Ma quali sono i 26 immobili? In diversi casi, si tratta di beni a lungo attesi dalle comunità locali. La Regione, infatti, potrà a sua volta trasferirli ai Comuni. Buone notizie quindi per Cividale, che ambisce da tempo all’ex caserma Francescatto. Qui, il progetto, oltre a prevedere la nuova stazione dei Carabinieri, ambisce alla creazione di un polo della cultura e della musica, inserito in un percorso naturalistico in stile Green City.
A Tolmezzo, invece, si parla della ex Cantore con Villa Linussio: un gioiello del ‘700 con sale affrescate, costruita come residenza dell’imprenditore carnico Jacopo Linussio. Anni fa fu presentato anche un masterplan per la sua rigenerazione: si parlava di spazi per la formazione, per bar e ristorazione e per manifattura.
Tra gli altri immobili trasferiti, a Tarvisio si parla dell’ex valico di Coccau, della Polveriera in Val Saisera (in passato ci fu l’ipotesi di realizzarvi un centro wellness), delle casermette sul Monte Forno e della scuola dell’infanzia con probabile destinazione finalizzata allo sviluppo turistico e di servizi (tutti immobili per cui aveva manifestato interesse il Comune); a Chiusaforte passerà di mano l’ex palazzina degli alloggi demaniali mentre a Pontebba l’ex sbarramento difensivo San Rocco e a Malborghetto quello Valbruna.
Nel “tesoro” si aggiungerebbero poi le fortificazioni di Sutrio, l’ex Forte di Sedegliano e il Parco del Rivellino, ex sede del Rototom Sunsplash, e luogo di molti eventi sportivi e culturali, nonché alcuni terreni a Chiopris Viscone e diversi fortini nella zona di Ampezzo.
Tra gli altri immobili che dovrebbero essere trasferiti, ci sono anche la caserma Toti Bergamas e il Castello, a Gradisca d’Isonzo; le postazioni di artiglieria della ex caserma di San Martino al Tagliamento, l’area condominio della Baldassarre di Maniago, e una parte della ferrovia che collegava la caserma Comina a Pordenone.