Il libro della dottoressa Angela Scibetta.
“Solitudine e sesso virtuale su internet”, fa di nuovo discutere il libro della dottoressa friulana Angela Scibetta.
Il libro, che ha permesso alla dottoressa di calarsi nei panni di scrittrice, vede la sua prima pubblicazione nel 2009 scatenando pareri nettamente discordi tra loro, ed ora è di nuovo sotto la lente di ingrandimento di critici ed esperti del settore. Un’analisi della realtà circostante dal sapore velatamente amaro, ma di sicuro lungimirante. Erano infatti ancora lontani i tempi in cui migliaia di persone, costrette tra le mura domestiche a causa di una spaventosa pandemia, affidavano al mondo virtuale tutta la loro solitudine.
La Dottoressa Scibetta, classe 1967, agrigentina di nascita e friulana d’adozione, si trasferisce a Ronchis nel ’95, dove risiede tutt’ora, ed esercita la professione di medico condotto a Latisana. Nel ’98, a soli 31 anni, viene insignita nel comune di Venezia con la medaglia d’oro del valore civile dall’allora ministro degli interni Giorgio Napolitano per ‘ l’eccezionale abnegazione dei soccorsi prestati che consentivano di trarre in salvo numerose persone in occasione di una violenta tromba d’aria abbattutasi il 20 luglio 1997 a Bibione ‘.
Appassionata da sempre di psicoterapia, tanto da riprenderne gli studi all’età di 40 anni, presso l’I.S.P. di Roma. Nel suo libro, l’autrice si addentra in prima persona nel torbido mondo delle chat di incontri virtuali, fotografandone aspetti e fornendo spunti di riflessione altamente introspettivi. Il bisogno dell’essere umano, in questo caso prettamente femminile, di sentirsi compreso, accettato, amato. Il volere a tutti i costi che il partner si prodighi nel colmare le nostre lacune, le ferite che spesso ci accompagnano fin dai tempi dell’adolescenza.
La disperata ricerca di evasione dalla routine quotidiana, affidata ad un mondo virtuale, che spesso non si spinge oltre, dopo le prime battute di circostanza. In un mondo in cui l’essere umano risulta essere saturo da ogni tipologia di stimolo, sembra proprio che la ricerca di nuove ed inesplorate emozioni sia affidata a conoscenze che si consumano frettolosamente dietro ad una tastiera. -In chat sono tantissime le donne che scrivono di sesso, che cercano avventure mentali e che poi nei fatti non hanno il coraggio di guardare in faccia l’altra persona. È
un modo di trasgredire più con se stesse che con la realtà-, scrive la Scibetta, in una delle tante considerazioni, tra una chat e l’altra. Chat che, assieme alle mail, vengono riportate interamente nelle pagine del libro. Un libro frutto, oltre che di esperienza diretta, anche del parere di esperti del settore della comunicazione, di medici, psicologi, sociologi, antropologi. Al netto delle possibili considerazioni che rischiano di essere quantomeno banali e scontate, il senso di questo libro è proprio quello di scavare all’interno dell’animo umano, ripercorrendo tutte le strade, spesso intrise di dolore e di ferite, che portano alla ricerca di una realtà parallela, che nella maggior parte dei casi si rivela essere effimera.