Il presidente dell’ARLeF Cisilino: “Quasi la metà dei primi cittadini ha giurato in marilenghe. Una sensibilità che sono certo crescerà nel tempo”.
Quarantuno, tanti sono i sindaci neo eletti, in occasione del recente rinnovo delle Amministrazioni comunali, che hanno scelto di prestare giuramento anche in lingua friulana.
Un dato particolarmente rilevante, commentato con entusiasmo dal presidente dell’ARLeF, Eros Cisilino: «È un fatto molto significativo che quasi la metà dei sindaci dei Comuni friulanofoni abbiano giurato in friulano. Le Amministrazioni hanno colto l’importanza dell’utilizzo della lingua friulana nella pubblica amministrazione, un elemento che peraltro è contemplato anche dal “Piano generale di politica linguistica per la lingua friulana 2021-2025”. Ritengo che si tratti del positivo risultato di una politica linguistica che pone i diritti identitari dei cittadini al centro della pubblica amministrazione. È un dato che colloca la Regione Friuli Venezia Giulia in una ottima prospettiva europea per la salvaguardia delle lingue minoritarie. Ci tengo a ringraziare le Amministrazioni per la sensibilità dimostrata, che non potrà che crescere nel tempo, trovando nell’Agenzia Regionale per la Lingua Friulana il partner sicuro e qualificato».
Qualche settimana fa, l’ARLeF aveva inviato ai primi cittadini una nota contenente la formula del giuramento in lingua friulana per agevolare coloro che desiderassero prestarlo in doppia lingua. L’alto numero di sindaci (pari al 42% dei Comuni friulanofoni soggetti a elezioni Amministrative) che hanno scelto di farlo va a unirsi ai ben 20 Consiglieri regionali che hanno recitato anche in friulano la formula rituale in occasione della prima seduta della XIII legislatura del Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia, nell’aprile 2023; ai quali si era unito anche il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, che aveva prestato giuramento in tutte e quattro le lingue del territorio: italiano, friulano, sloveno e tedesco.