Sicurezza del Torre e dell’Isonzo.
La messa in sicurezza idraulica del Friuli Venezia Giulia fa un importante passo avanti con il piano di interventi su torrenti e fiumi strategici per il territorio: tra le opere previste, spiccano il canale scolmatore del Cormor e la sistemazione delle arginature del Torre e dell’Isonzo. Questi progetti, finanziati con 89 milioni di euro, mirano a ridurre il rischio alluvioni per oltre 300.000 persone in 46 comuni, rispondendo a un’esigenza attesa da tempo.
A illustrare le opere è stato l’assessore alla Difesa dell’ambiente Fabio Scoccimarro nel corso di un incontro con i sindaci degli enti locali attraversati dal Cormor, dal Torre e dall’Isonzo. “Per questi interventi il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) ha messo a disposizione della Regione 80 milioni di euro del Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc) 2021-2027, mentre l’Amministrazione regionale è pronta a investire ulteriori 9 milioni di euro per ridurre al minimo il rischio alluvioni”.
“Questi lavori – ha spiegato Scoccimarro – prevedono l’adeguamento e il potenziamento delle idrovore nei comuni di San Canziano d’Isonzo e di Staranzano e di diaframmatura dagli argini delle aste del torrente Torre e del fiume Isonzo nel tratto medio-basso del loro corso procedendo da valle verso monte. Le opere previste permetteranno una drastica riduzione del rischio e vanno a rendere le aree urbanizzate attraversate da questi corsi d’acqua significativamente più protette da allagamenti per un tempo di ritorno di 100 anni previsti dal Piano di gestione rischio alluvioni (Pgra). Vengono infatti già considerate – ha aggiunto l’assessore – anche le ulteriori portate che verrebbero scaricate dallo scolmatore del Torrente Cormor“.
Il progetto verrà realizzato nella forma della delegazione amministrativa dal Consorzio di bonifica pianura friulana in base a una apposita convenzione in via di approvazione da parte della Giunta. I lavori si svilupperanno nell’arco di 7 anni sulla base di uno specifico decreto del Servizio del suolo che ha approvato l’intero intervento.
“Già il Piano stralcio per la sicurezza idraulica e successivamente il Piano di assetto idrogeologico (Pai) avevano individuato lo scolmatore del Cormor – ha ricordato Scoccimarro – come una delle opere necessarie per garantire la sicurezza idraulica del Friuli centrale. Come quasi tutti i corsi d’acqua della regione anche il Cormor si presenta come un corso d’acqua che in pochissimo tempo può diventare torrentizio, provocando danni notevoli – ha sostenuto l’assessore in conclusione -. La progressiva urbanizzazione delle sponde del fiume nella zona nord di Udine ha provocato da un lato il restringimento di alcune aree dell’alveo ma soprattutto un ulteriore carico idraulico”.
Il cronoprogramma prevede la conclusione dei lavori complementari entro il 2030, “un lasso di tempo che consentirà – ha affermato il direttore tecnico del Consorzio, Stefano Bongiovanni – di reperire il finanziamento per la realizzazione dello scolmatore Cormor-Torre, e di chiudere così l’iter realizzativo per eseguire l’opera. Al fine di comprendere il complesso funzionamento del sistema idraulico, sono state condotte simulazioni mediante modellazione idraulica bidimensionale a fondo mobile”.
“L’accordo tra Stato e Regione ha stanziato 161 milioni di euro per l’ambiente e le risorse naturali, di cui quasi la metà è destinata alla mitigazione del rischio idraulico nel bacino del Torre-Isonzo, un territorio che interessa oltre 81.000 persone in 21 comuni – ha dettagliato il direttore generale del Consorzio, Armando Di Nardo – . Questo intervento è propedeutico alla realizzazione dello scolmatore del Cormor, che proteggerà ulteriormente 219.000 persone in 25 comuni. Le opere di mitigazione idraulica sono fondamentali per garantire la sicurezza. L’esperienza dello scolmatore del Corno, attivo da vent’anni, dimostra come queste infrastrutture abbiano preservato il territorio da rischi idraulici, contribuendo alla sicurezza e al progresso delle comunità locali”.
Il progetto dello scolmatore del Cormor è considerato prioritario da tutte le istituzioni coinvolte, supportato da un piano di difesa idraulica che sta già ricevendo risorse e approvazioni. “Mai come ora si è stati così vicini alla sua realizzazione, e il consorzio, in collaborazione con Stato, Regione e altre autorità, è impegnato a rendere la nostra regione più sicura e meno vulnerabile a rischi idraulici” ha aggiunto Di Nardo, ricordando come, in 20 anni, siano state realizzate opere analoghe, come gli scolmatori sul Rio Tresemane e nella Destra Torre, i bacini del Rio Rivolo e altre infrastrutture per la sicurezza idraulica, rendendo il territorio sempre meno esposto agli allagamenti.
La presidente dell’ente consortile, Rosanna Clocchiatti, ha sottolineato come l’uomo abbia il dovere di analizzare, comprendere e prendere decisioni mirate, “un ruolo che il consorzio si è assunto garantendo la sicurezza idrogeologica e la manutenzione del territorio. Lo dimostra il caso del Corno, dove anche attività anche apparentemente semplici come il taglio delle piante contribuiscono a migliorare la sicurezza”.
In termini di risultati, sono già stati messi in campo 60 milioni di euro di interventi per la sicurezza idrogeologica, con ulteriori lavori in corso, come il potenziamento delle casse di espansione a Sant’Andrea per affrontare i cambiamenti climatici. Ulteriori 15 milioni di euro sono stati ottenuti dalla Protezione Civile e 14 milioni dal Commissario per il dissesto idrogeologico.